Che tipo di politico vogliamo per la nostra Provincia?

Da Michele Dallapiccola

Se c’è una cosa che questo governo provinciale ha mantenuto tra le numerose promesse della campagna elettorale è quella del cambiamento.

A dire il vero, forse, i trentini si aspettavano qualcosa di diverso. Maggiore concretezza di sicuro. E’ un’affermazione forte la mia, perentoria ma basata sull’osservazione dei fatti. Di nuovo, non avviato dalla precedente amministrazione si è visto davvero poco. In quattro anni, ricorderei la gratuità dei mezzi pubblici per gli over 70 e il concertone del mese scorso. Il primo provvedimento è costato davvero poco. Pare siano stati sufficienti poco più di 300 mila euro. Certo per secondo non son bastati 6 milioni di euro. Per forza, nella terra di Pantalone la Provincia si era accordata che pagava a piè pagina.

Dal punto di vista normativo ogni assessore ha provato a mettere in campo la sua riforma, riformina o riformetta. Quando non cassate dalla giustizia statale, fino ad ora hanno cambiato davvero poco della vita di noi cittadini. E forse è questo un punto nodale di questa riflessione. Abbiamo detto che l’impegno politico del centrodestra al governo del Trentino ha cambiato poco o nulla nella vita di noi cittadini. E questa cosa non va affatto bene. Perché nel frattempo un’epidemia e una guerra ai confini dell’Europa hanno fortemente minato serenità e soprattutto potere d’acquisto degli stipendi del trentino medio.

Tant’è. Nel frattempo la macchina amministrativa provinciale al netto di quello che ha influito la politica ha continuato a funzionare. Così sono pochi quelli che si sono davvero accorti dell’immobilismo amministrativo. Per contro giunta e maggioranza provinciale hanno girato come le trottole per ogni dove e per ogni angolo del territorio provinciale. 

Conoscendo perfettamente il carico di lavoro che svolge un assessore provinciale si rispetti, questo presenzialismo spinto inquieta un pò. L’intera maggioranza è assidua frequentatrice di una miriade di attività assolutamente incongruenti con il suo mandato. Così i cittadini un po’ più attenti fanno la fine di quelli seduti su un autobus che si mette in moto e guardando dal finestrino vedono il loro autista entrare all’autogrill. Chi sta guidando? 

Fortunatamente, e fuori da questa metafora, l’Autobus-PAT è dotato di pilota automatico. Sono moltissime le decisioni prese dalla dirigenza provinciale. Spesso vicarianti assenze assessorili altrove impegnate. Viene da chiedersi fino a quando potrà andare avanti questo sistema prima che la macchina amministrativa e di conseguenza i suoi cittadini, ne abbiano a che risentirne.

La vicinanza della politica che piace. Ma è onesta anche quando è eccessiva?

Sorprendentemente e in tutta onestà devo tuttavia confermare che molti sembrano apprezzare particolarmente questo tipo di atteggiamento. I loro beniamini, i politici, vicini alle persone, alla gente, al taglio di ogni tipo di nastro all’assunzione di qualunque tipo di cibo purché sia fritto, arrostito, bollito cucinato o popolare. Ci può stare, posso capirlo. Anche se per fare politica e amministrazione – e bene – tutto questo non può bastare. Perciò voglio chiudere questa breve considerazioni con una cruda domanda. A cosa serve la politica?

Chi amministra viene pagato, giusto? Per un lavoro fatto di momenti operativi e di pesante impegno intellettuale. Chi viene eletto in Provincia è come se diventasse manager di una multinazionale da quattro miliardi e mezzo di bilancio all’anno. Non certo un beniamino degli spettacoli e dei balletti. Per questo le attività di rappresentanza soprattutto se funzionali al proselitismo politico andrebbero dosate attentamente. Tenute a margine degli impegni istituzionali. 

Invece in questa Consiliatura sono arrivate cose mai viste prima. Abbiamo spostato Consigli provinciali perché passava il giro d’Italia. Sospeso sedute perché tornava a casa l’atleta di turno con una medaglia e c’era da correre a festeggiarlo. Abbiamo visto consiglieri di maggioranza andare in vacanza e abbandonare la seduta consiliare perché ormai avevano prenotato

Quando sceglierete la vostra prossima amministrazione della cosa pubblica rifletteteci bene. Soprattutto se deciderete di votare i vostri politici perché son sempre venuti alle vostre feste: Saranno certo stati simpatici ma per farlo avranno abbandonato loro lavoro caratteristico.

Per che tipo di impegno viene pagato chi amministra la cosa pubblica? Lo racconterò con una seconda metafora.

Il mio medico, il mio meccanico, il mio veterinario, son contento di averlo amico, no? Vicino a me a tutte le occasioni di festa.

Ma se dopo avergli affidato una prestazione professionale lo vedessi in giro con me tutto il giorno a far festa qualche dubbio me lo porrei. Chi ha curato il cane nel frattempo? Aggiustato la macchina? Chi sta studiando la mia diagnosi? 

E così al ritorno dalla festa, dove gli stessi professionisti presenti alla festa mi presentassero la parcella, magari pure salata, qualche dubbio sull’onestà del lavoro che pago finirei per pormelo proprio.