Scrapie: cosa c’entra questa malattia con pecore e montoni? 

Da Michele Dallapiccola

In principio fu il prione: cioè? Qualcosa che sta alla base della vita, un solo microscopico nastro proteico, parassita di altre cellule. In pratica parliamo di una molecola che è in grado di nascere replicarsi e morire. Rispondente ai principi che definiscono la vita, dunque. 

Molti di noi hanno presente il più famoso tragico pasticcio biologico del genere. Passato alla ribalta della cronaca, il prione che tutti conosciamo è quello responsabile del cd morbo della mucca pazza. Nella sua forma tipica degli ovini si chiama Scrapie, dall’inglese “to scarpe” grattare. Provoca un danno neurologico che si manifesta prima di condurre a morte l’animale, lo porta a comportarsi in maniera deviata come se continuasse a grattarsi. Fortunatamente, la trasmissibilità all’uomo è considerata un rischio pressoché trascurabile. Provoca invece una diffusa perdita nelle produzioni al punto da essere oggetto di un piano di profilassi europeo declinato nelle sue trasposizioni statali e dunque anche locali.

A questo link potete trovare tutte le indicazioni al riguardo del Ministero della Salute.

La ricerca ha potuto constatare che la trasmissibilità si associa ad una specifica condizione genetica. La cui assenza si accompagna invece ad una esenzione da trasmissibilità del prione. Per questo, vengono testati animali e principalmente i montoni nei greggi. Si cerca la presenza di uno specifico allele (caratteristica genetica) definito con una sigla Arr/Arr che si accompagna allo stato di animale sano che non trasmette il morbo. Per questo a livello di mercato i prezzi dei montoni testati ed esenti è schizzato alle stelle arrivando a moltiplicare in maniera esponenziale il loro valore. 

Pecore e capre, queste dimenticate.

L’ovinicoltura è stato un settore particolare trascurato da questa giunta provinciale. Poca massa critica scarso corpo elettorale tra i pastori? Eppure il numero di capi a livello provinciale è particolarmente cresciuto in questi anni. Ha superato quello dei bovini. E dai rincari non è sicuramente rimasto esente. Nemmeno dalla prossima PAC arriveranno grosse soddisfazioni.

Per questo motivo ci è sembrato opportuno depositare un emendamento che provvedesse a stanziare un importante incentivo per sostenere l’acquisto di questo tipo di animali. 

Poca cosa per la PAT, grande attenzione per un settore apparentemente marginale ma estremamente strategico per la gestione dei terreni abbandonati.