Agli assetati campi dell’agricoltura trentina, le parole di vicinanza servono a poco.

Da Michele Dallapiccola

Ci vogliono aiuti finanziari e norme specifiche a sostegno. Per questo, e in quest’ottica stride che in occasione del rinnovo del direttivo della Federazione consorzi irrigui, arrivino i complimenti della giunta. E basta. Più d’uno tra i partecipanti si sarà chiesto cosa significhi vicinanza del governo provinciale ai nostri CMF. Questo perché i rapporti durante la legislatura hanno lasciato un po’ a desiderare. Come già detto la vicinanza della politica all’agricoltura va tradotta in aiuto economico e normativo. Sarà crudo, sarà pragmatico ma è così, agli agricoltori le chiacchere non bastano.

Per quanto riguarda le regolamentazioni, le cose sono andate bene ma non benissimo. La questione DMV-deflusso minimo vitale va ancora definitivamente risolta.

Inoltre, la Federazione ha subito un grossissimo smacco da parte della Provincia. Recentemente, le è stata tolta l’esclusività di azione amministrativa a favore dei consorziati. Anziché trovare la modalità di incentivare “inhouse” l’espletazione delle pratiche burocratiche si è permesso di far fare anche ad altri un lavoro che per esperienza e diritto poteva e doveva appartenere soltanto della Federazione.

C’è stata poi la questione del tubone. Parzialità grave che la giunta aveva voluto provare a far passare come unica soluzione. Così non è stato.

Infine la questione investimenti. Dalla PAT: encefalogramma piatto. Poche idee, poca fatica e tanta attesa: sono le cifre che hanno contraddistinto l’impegno politico nello sbrogliare una matassa complicata. Con tutta onestà un pochino più di niente si poteva proprio provare a fare.

A questo punto agli assetati campi dell’agricoltura trentina non resterà che attendere il prossimo PSR. E probabilmente anche un nuovo assessore.