La lega chiama il PATT?

Da Michele Dallapiccola

E’ un percorso impegnativo quello che dovrà intraprendere il PATT prima di poter rispondere affermativamente o negativamente a questa chiamata. E questo perché qualunque sarà la scelta, le conseguenze per il Partito saranno assai significative.

Questo perchè, volenti o nolenti, gli autonomisti hanno governato con il centrosinistra almeno dal 1998 al 2018. In quell’anno poi, da separati in casa a causa di una serie di personalismi politici, regalammo alla destra una vittoria piuttosto scontata. 

Il Patt però, candidò una sua squadra con le idee ben precise. Tutte riassunte in uno dei suoi indovinatissimi spot. 

La gondola nel lago di Tovel. 

Mai i trentini permetterebbero davvero un simile obbrobrio? Noi allora pensammo di no. In quel caldo autunno politico decidemmo dunque di essere interpreti di chi si rifiutava di collaborare politicamente con chi, per governare, riceveva gli ordini da Roma e da Milano. 

Da poco, il Congresso degli autonomisti ha approvato una mozione che vieta ai suoi componenti di esternare indicazioni riguardo alla sua linea politica. Soltanto alla Direzione di partito è permesso di esprimere pubblicamente simili considerazioni. Questa regola interna può avere un suo senso ed io mi sento di ottemperarla. Per questo i pensieri enunciati qui a seguire non possono avere che umilissima valenza personale. E’ tuttavia obbligatorio ricordarlo anche per tutti quelli che la pensano come noi.

Sono tantissime le persone che in questi giorni ci hanno raccomandato prudenza nello sviluppo di nuove alleanze. Sono sicuro che il partito e la sua direzione sapranno dare quella chiarezza di linea politica della quale i suoi tesserati hanno tanto bisogno.

Pochi riuscirebbero a sopportare un carico di gondole diretto al lago di Tovel. Molti a ostacolarlo ed io tra questi.