Riduzione del personale al Sait. Che ne pensa la Provincia?

Da Michele Dallapiccola

Prudenza, ponderatezza nelle espressioni dei giudizi devono far parte di ogni considerazione politica di amministratore pubblico che si rispetti.

Questo perché dietro a situazioni spiacevoli spesso si nascondono informazioni o stati di fatto che alterano la realtà raccontata dai media.

In questi giorni, a tal proposito tiene banco sulla stampa il licenziamento di qualche decina di persone da parte del Sait. Io lo capisco molto bene perché dal punto di vista amministrativo è un problema che la Provincia ha già vissuto anche nel suo recente passato. Tra l’altro parliamo di un’azienda che segue a tutti gli effetti logiche e regole di mercato. Imprescindibili. Non sta dunque alla politica giudicare l’azienda cooperativa sulle ragioni che hanno portato a questo estremo gesto. Eventualmente si potrebbe sindacare sul evidente appiattimento filogovernativo che la Federazione delle Cooperative ha assunto in maniera piuttosto evidente  in questo recente periodo. 

Ulteriori attori di questa querelle mediatica sono le parti sindacali. Svolgono egregiamente la loro parte e non hanno certo bisogno di avvocati della difesa.

Un assordante silenzio.

In questo sovraffollato quadro di responsabilità, manca un attore principale nel quale si è potuto ascoltare soltanto un assordante silenzio. La Provincia autonoma di Trento per braccio armato del suo dedicato dicastero in tutto questo passaggio – almeno pubblicamente – si è fatta sentire davvero poco. Nelle sagrestie delle trattative qualche scambio di informazioni e parole tra le parti in causa e la politica ci sono sicuramente stati. Ciò che inquieta però è che non vi sia anticipazione alcuna che abbia in qualche maniera dato una mano alle persone che rimarranno senza lavoro. 

Questo modo di operare preoccupa assai anche se è piuttosto abituale da parte di questa maggioranza al governo del Trentino. 

Dove ci sono problemi e difficoltà si preferisce rispondere con il silenzio. Cito fatti assai gravi come la grana del NOT o la gestione dei grandi carnivori. Non è migliore la triste vicenda presentata qui sopra.