Questa diffusa metafora che richiama le scienze naturali, letta nel linguaggio della cronaca politica locale, sembra calzare proprio a pennello alla forza di maggioranza relativa, attualmente al governo in Trentino.
Il piccolo, simpatico rettile africano possiede la capacità di cambiare colore a seconda della superficie che calpesta. In realtà poi, sotto, è sempre lui. Fa le stesse cose. (per la cronaca va in cerca di insetti dei quali nutrirsi).
Ecco, tornando alla realtà, direi che è evidente a tutti: anche la lega sta cercando di cambiare pelle. Come biasimarla? A livello nazionale Salvini non traina più. Da seguaci di partito e dai 5stelle, i populisti si son gettati nelle braccia della Meloni.
Nel frattempo, qui in Trentino le cose con l’amministrazione – diciamocelo – non stanno andando benissimo. E le prospettive non son affatto rosee, specie in sanità e in finanza provinciale. Perchè dunque, non cercare un rinforzino? E dove se non al centro?
Ecco spiegato l’insolito attivismo di alcuni componenti dell’esecutivo. Impegnati a risolvere i problemi dei trentini, (?) senza disdegnare di ritagliarsi lo spazio per qualche puntatina nel campo di attività, tipico invece delle segreterie di partito. Per intenderci, li vediamo sempre più presi a combinare ingaggi con vari potenziali candidati e a comunicarlo nelle conferenze stampa in vista del 2023.
Che poi la mossa di Fugatti non stupisca ci sta tutta. Anche perché non si tratta di nulla di nuovo; è evidente. La nostra Provincia ha una lunghissima tradizione di impegno civico, al punto che in passato ha fatto scuola a livello nazionale.
E infatti di liste civiche in accompagnamento ad un forte partito nazionale, si parla anche tra gli sfidanti al Carroccio che da poco hanno iniziato a riorganizzarsi.
Ecco dunque che in Trentino, da poche ore si è finalmente definito che per il Governo della PAT post 2023 ci saranno due grossi schieramenti in disfida tra loro.
I due contendenti
Da un lato un Presidente già definito che, piaccia o meno, sarà Fugatti. La trazione sarà ancora da destra con l’innesto delle liste civiche di cui sopra. Essenzialmente uninominali costruite intorno ai nomi dei vari assessori. Con una variabile per l’assetto finale ancora indefinita. Cosa faranno FDI? La loro presenza a fianco di Fugatti verrà imposta da Roma o si accontenteranno di un un piccolo ruolo di oppositori? Chissà se il desiderio di avere maggiori certezze di vittoria in Trentino sarà più forte del disagio di alcune posizioni personali?
Alla disfida del centrodestra, sta partendo un progetto molto interessante. Un progetto non nuovo negli assetti principali. E’ formato infatti dai democratici trentini e da forze civiche di centro moderato. Anche in questo secondo contenitore trovano casa moltissimi amministratori locali. E se la coalizione destroide di cui sopra, governa la Provincia, questo fortunato progetto ha invece primeggiato nelle amministrative del 2020. Con Trento e Rovereto in testa ad un lungo elenco di Comuni.
I punti di forza di questa squadra in fieri sono proprio i ruoli e le posizioni tutte da definire. A partire dal Presidente (che a quanto pare di là non è in discussione). Il progetto procederà su tre gambe. Una democratica, una centrista ed una autonomista. Componente quest’ultima che non a caso è invocata, attesa e necessaria. Tanto che in assenza della vera originale, tutto lascia presagire ne verrà attivata una all’uopo. Proprio come fece Fugatti nel 2018, chiamando a sé gli Autonomisti popolari. O Dellai nel 1998.
Quale sceglierà il PATT? Sposerà un progetto già pronto per la messa in strada (a destra)? O preferirà rimboccarsi le maniche in un quadro nuovo dove ricostruire ruoli, programma e pensiero politico? Penso siano in molti, me compreso, ad attendere la scadenza di questo timer appena impostato.
Agli appuntamenti elettorali nazionali e provinciali del 2023 manca davvero poco. Calano i giorni ma aumentano curiosità e tensione. Tra poco si saprà.