Frequentazione della montagna. Servono soluzioni e la scienza non può alzare bandiera bianca

Da Michele Dallapiccola

Premetto, convinto, che nessuno nemmeno lontanamente può anche solo immaginare l’immenso strazio al quale sono state sottoposte le persone coinvolte nella tragedia della Marmolada in queste ore. 

Per questo ho trovato così dovuto ed opportuno constatare il cordoglio della Comunità, locale e nazionale. Stretto intorno ai familiari, trasmesso dalle sue Istituzioni. 

Chi soffre, chi sta male, per quanto possa sembrare strano, avverte che queste attestazioni di umano cordoglio aiutano in qualche modo a lenire il dolore provato. E’ poco, ma è tutto quello, e solo quello, che si può fare.

Est modus in rebus (Esiste una misura delle cose)

Dico questo perché passare dalle conferenze stampa all’esposizione mediatica eccessiva è un attimo. Perché il confine tra il giusto, il dovuto e l’inopportuno è davvero sottile. L’effetto “Gabriele Paolini” è in agguato per tutti. Anche per la politica che parte dalle migliori intenzioni e dai più dovuti obblighi istituzionali. Lo rimarco perché alle persone coinvolte va riservato il più devoto rispetto.

C’è poi un ulteriore argomento che considero sostanziale. Mi auguro che la questione riguardante la libera frequentazione dei ghiacciai, venga tolta dalle grinfie della politica il prima possibile. Al pari delle ipotesi riguardanti le varie soluzioni possibili. Perchè di tuttologi ne abbiamo parlato anche ieri; ad ognuno il suo mestiere. Abbiamo appena finito di mandare a riposo un numero imprecisato di virologi che subito si affacciano alla finestra dei media orde di glaciologi e di esperti della montagna. 

Sono tanti quelli che finiscono per soccombere alla tentazione di lanciare soluzioni  estemporanee. Non va affatto bene, lo dico soprattutto a me stesso. I “secondo me”, di fronte a questioni così articolate non sono ammessi. A maggior ragione se vengono dalla politica. Che ha piuttosto il compito di coordinare. La scienza, l’etica, i tecnici e chi ha le competenze per raccogliere dati e offrire soluzioni. Per andare dove? 

Sappiamo che per arrivare al pericolo zero,  dovremmo introdurre il concetto di zero frequentazione di un certo tipo di montagna. Sappiamo che questo non è possibile. Che il ventaglio di soluzioni alternative deve partire da una serie di valutazioni scientifiche. Ecco questo sì lo sappiamo. Abbiamo fior di Istituti e di Istituzioni locali pronte a collaborare. A suggerire. A progettare soluzioni e prevenzione. Facciamoli lavorare. Ascoltiamoli. Non voglio pensare che l’intelligenza delle persone di fronte certe proposte sia costretta ad alzare bandiera rossa, ops, bianca!