Alle amministrative del 2023, in Trentino andrà in scena l’Amleto?

Da Michele Dallapiccola

Questa scorsa settimana la cronaca politica ha scritto (a onor del vero un po’ in sordina) di un fatto politico molto interessante. La presentazione della sede e dell’organigramma della nuova formazione politica civica di centro che è Campobase

Ma perché un evento non particolarmente roboante rappresenta un fatto così significativo?

Chi segue la politica provinciale, ha chiaramente presente chi stia governando il Trentino in questo momento. Si tratta di una coalizione di centro-destra, saldamente guidata dalla Lega. Alle sue spalle scalpitano i Fratelli d’Italia. Affamati di seggi? Sicuramente forti di un sondaggio nazionale che li dà sempre più in ascesa.

Contrapposti a questo blocco, nell’altro lato dell’emiciclo del Consiglio provinciale vivacchiano le forze di centro sinistra. In cerca d’autore, stanno cominciando a ripensare scenari di governo abbandonati – obtorto collo – nel 2018.

Nel frattempo, Fugatti ce la sta mettendo tutta a scrollarsi di dosso quell’immagine di partito nazionalista completamente appiattito sul modo di operare di Salvini. Del resto, quando il capitano era in auge e faceva comodo, anche in Città, gli hanno dedicato una filiale. Lega Salvini Trentino, è il nome del partito che ci governa oggi. Ricordiamolo.

L’evoluzione procede a rilento. Questo perché il leader locale persegue gli stessi metodi del suo mentore nazionale. Probabilmente è per questo che non perde occasione di esibirsi pubblicamente spesso insieme al resto del suo esecutivo. Eventi, catastrofi, matrimoni, tutto ciò che preveda un palco o delle telecamere è loro! A governare in Provincia lasciano i dirigenti, buoni per ogni risultato. Da incolpare se le cose vanno male, da ingloriare se tutto procede per il meglio. 

Intanto anche dentro alla coalizione di governo, gli assessori – pur presuli da militanze a destra di non poco conto – provano a ripulire la loro immagine. Sono almeno un paio i tentativi di costruzione di movimenti civici da quel lato politico. Perché anche se si spacceranno per centristi e moderati andranno di fatto a sostenere Lega, Salvini e “compagnia cantante”.

Tra l’altro, a ben vedere, questa operazione per il centrodestra è a saldo zero. Gli arruolati, finora sciorinati nelle opportune conferenze stampa sono tutte persone che avevano ampiamente dato dimostrazione di aver sostenuto Fugatti già nel 2018. 

Nel frattempo nel mare magno dei voti al centro (oggi lo scouting politico è tutto lì) naviga anche il gruppo di Campobase. Che alla sinistra trentina fa tremendamente comodo. Eccolo qui il valore della notizia che ho preannunciato in apertura. Una grossa novità per gli antagonisti a Fugatti. E’ il Centro, potenziale anello di congiunzione tra la sinistra e gli altri partiti più tradizionalisti, centristi o autonomisti che potrebbero aderire all’alleanza antilega.

Anche questo raggruppamento potrebbe risultare potenzialmente attrattivo anche per il Partito Autonomista. E benché ora sia alle prese con un dibattito interno tutto suo, sta stilando un proprio programma. Non appena avrà dipanato la sua diatriba interna non potrà che aderire ad uno solo dei due blocchi raccontati sopra. Una tattica già vista in passato. Condivisibile o meno, è quella che butta il convento autonomista in questo momento. Con buona pace di chi fa già i conti dei suoi voti.

Quella di confezionare un programma per attrarre elettori è una tiritera abbastanza diffusa. Nonostante sia normale che dal modus operandi di un partito, legato a doppia mandata la propria ideologia di fondo, scaturisca un proprio programma di governo in maniera quasi naturale.

Ad esempio, la lega ha governato in questi anni all’insegna del: “dimmi cosa vuoi che faccia e io lo farò” ( o meglio, te lo prometto, visto che finora di concreto finora si è visto gran poco) 

Il centro-sinistra cercherà di trovare risposte ai principali bisogni in ambito sanitario, economico e sociale coniugandoli una propria visione.

Come potrebbe andare a finire? 

All’atto pratico ai Trentini verrà fatta una proposta da due specifici distinti blocchi. 

L’uno capitanato da Fugatti, l’altro, da una nuova figura presidenziale, interprete di novità e di competenza. Non c’è come quando manca una cosa per accorgersi del suo valore. In questo senso il governo Provinciale in carica ha dimostrato quanto le attitudini di cui sopra siano necessarie per procedere bene negli atti legislativi di governo.

Ecco perchè nell’autunno elettorale del prossimo anno, al Trentino si prospetterà quel classico, autentico dilemma da interpretare in maniera drammatica come nell’Amleto: Lega o non lega: questo è il problema! 

E dividendosi tra le due parti, nessuno potrà sottrarsi a questa basilare scelta.