Aiuto, a Roma non c’è più il Governo. E adesso?

Da Michele Dallapiccola

Non è certo una di quelle notizie che sfugge nonostante le news dalla politica non siano per i più propriamente in cima ai propri interessi.I tecnicismi dei prossimi passaggi, è giusto lasciarli raccontare dai media. Ormai anche il web ci informa tutti, in tempo reale e in maniera puntuale.

Se il panorama nazionale è piuttosto convulso, ancora meno chiare sono forse le dinamiche locali. Eppure, anche le varie liste nella loro declinazione provinciale concorreranno infatti alla definizione del parlamento. Il sistema elettorale attualmente vigente è definito rosatellum. (bis per la precisione). Nei seggi uninominali del Trentino, (due alla camera e tre al Senato) andrà in scena uno schema di voto piuttosto consolidato. Ci sarà un candidato del centrodestra contro quello del centrosinistra. Ma c’è una situazione molto interessante. Per tradizione ed ideologia è da sempre riservata agli autonomisti. È quella legata alla corsa con l’SVP, naturalmente su base regionale. Sarà molto semplice per il Partito autonomista collegare i propri, ai voti della Stella alpina di Bolzano pare non bastino. Come storicamente accade è assai probabile immaginare che anche in questa tornata, in questo listino, sarà presente un rappresentante del PATT. Indipendentemente dal risultato personale contribuirà così all’elezione del parlamentare altoatesino autonomista.Sui collegi uninominali delle ultime scorse due tornate, il PATT coltivava ancora buoni rapporti in alleanza al centrosinistra. In accordo coi colleghi di coalizione ciascuna delle tre gambe dell’alleanza si era occupata di promuovere un proprio candidato.

La situazione attuale

Il Partito autonomista ha da poco affrontato il proprio congresso. Ha utilizzato dei claim piuttosto facili da ricordare. Da un alto è lo stesso titolo della tesi del segretario a contenere l’invito a pensare fuori dagli schemi. E infatti prosegue raccontando che per il PATT è giunto il momento delle scelte.Ecco, a ben vedere dal congresso in qua, non sembra proprio questo il principale piglio che il partito nel suo insieme sia stato capace di mostrare. Anzi di voler scegliere da che parte stare, in forma palese unita ed ufficiale, finora non ha proprio dato il minimo segnale.

Di certo, dal livello nazionale è arrivato un fortissimo scossone. E se a non scegliere ancora per un po’ potrà forse provare a tener duro il partito, non ci riusciranno certo a farlo i suoi rappresentanti. Almeno quelli più in prima linea. Un’opinione pubblica attenta alla politica, affranta, preoccupata, incerta del proprio futuro, poco tollererebbe chi non è in grado di esprimere un proprio parere, una linea precisa, un’opinione. Perdente o vincente che sia. Ma chiara e rispondete ad una precisa etica.

Ne sono convinto perché anch’io sento di far parte di questa ampia fascia di popolazione, grazie a dio afflitta da questa preziosa attitudine.