L’ardita scommessa di una riforma poco condivisa, saprà davvero offrire a tutti i territori i risultati meritati?
La propaggine meridionale della valle del Chiese offre l’opportunità di mostrare un angolo di Trentino tutto diverso dal resto della provincia. Dal lago di Idro fino alle malghe in quota. E poi giù alla ridente agricoltura di fondovalle. Quasi a sentinella di chi varca il confine fluviale
Bondone Baitoni osserva dall’alto. La ridente località della Valle del Chiese bagnata dalle propaggini settentrionali di un frizzante lago di Idro.
Se cercassimo un luogo dalle caratteristiche attinenti ai nuovi trend del turismo della ripresa post pandemia ci dovremmo fermare qui. La valle del Chiese, quella uscita dalle secche del dopoguerra come fiorente distretto agricolo, artigianale ed industriale.
La ricettività turistica e la relativa infrastrutturazione qui non hanno invece attecchito in maniera forte ed immediata, qui, rispetto ad altrove. Guglie rocciose, valli parative aperte, panorami alpini sono più a nord. Eppure questi luoghi trasudano un fascino particolare. Storia e cultura ed agroalimentare sanno dire la loro. E subito allora, può fiorire quel turismo lento e sostenibile, tanto adatto a chi specialmente in questo post pandemia cerca un po ‘di pace.
Con la montagna presa d’assalto, l’idea di soggiorno all’aria aperta rimane il principale obiettivo. QUI IL LINK DELLA NOTIZIA
Offrire alternativa alle località affollate è atto dovuto.
Così, col traino certo delle località più sviluppate, attraverso l’opportunità di offrire loro un’attrazione accessoria anche le zone in espansione turistica presentano interessanti opportunità.
Ne sa qualcosa proprio il distretto del Chiese recentemente “armonizzato” dalle spire di Campiglio. Sarà vincente l’operazione quanto più le risorse messe in comune da PAT e zone dal turismo consolidato, sapranno valorizzare le località in potenziale espansione. Che sanno comunque dire la loro. Prendiamo uno tra i tanti esempi. Baitoni è da qualche tempo uno dei borghi belli d’Italia. Una perla che osserva dall’alto la miniera dell’oro giallo trentino, la polenta di Storo.
Quanto saprà fare la riforma del turismo per queste zone? Quanto sarà capace la ricca Campiglio di redistribuire la sua immensa e meritata fortuna? Molto più, c’è da augurarsi di quanto non si sia riusciti a fare fino a questo momento.