La passione infinita per (e delle) api.

Da Michele Dallapiccola

E’ un mondo affascinante quello delle api. Cattura, quasi rapisce occhi e cuore di tante persone. Se poi vogliamo entrare nel dettaglio materialistico della loro utilità allora è bene ricordare che oltre il 70% delle produzioni agricole è legato al loro insostituibile ruolo.

Niente impollinazione niente frutta. Con in più, un prodotto di risulta di questo prezioso lavoro che ha il colore dell’oro. 

Purtroppo sempre più spesso, emerge la grande difficoltà di gestire un’agricoltura al passo con i tempi e con il pressing della globalizzazione con l’esistenza delle api. In agricoltura si sa, tra i vari flagelli da dove combattere c’è anche quello della gestione dei parassiti. E purtroppo gli stessi agrofarmaci che combattono i vari artropodi infestanti, risultano purtroppo nocivi anche per questi operosi insetti. Di qui un continuo dibattere tra apicoltori ed Agricoltori per cercare di gestire qualcosa che assomiglia di più a un rompicapo che ad un equilibrio. Ma i guai non finiscono qui.

A colpire gravemente la popolazione apistica, in quest’annata particolarmente pesante c’è stata la siccità. Una condizione meteo straordinaria che ha manifestato in tutta la sua drammaticità gli effetti del cambiamento climatico. Non soltanto varroa o peste o orsi “assatanati” di arnie, hanno afflitto i nostri allevatori. Che dunque si sono trovati a rincorrere la siccità e l’assenza di fiori apportando nutrimento agli  insetti in sofferenza essenzialmente attraverso sciroppi a base di zucchero. 

Sono più di mille gli Apicoltori Trentini (Il Sudtirol ci doppia). Sono divisi da una immaginaria linea di demarcazione, tra hobbisti e professionisti. Eppure, tutti si trovano necessariamente a dialogare con la politica e con gli stessi produttori agricoli di sempre. Per trovare equilibrio ed aiuti, alla ricerca di una pace mai trovata. Lo scorso anno la Provincia è intervenuta nel tentativo di compensare le perdite di una stagione avara come poche. 

Quest’anno è ancora presto per fare bilanci ma ciò che sta accadendo non lascia presagire nulla di buono. 

Nel frattempo ciascuno di noi, qualcosa può fare.

Acquistare e tenere sempre un vasetto di miele a casa, ad esempio. Purché buono, purché trentino. Io ad esempio in questi giorni ho scelto quello di rododendro. E’ piuttosto raro e prezioso. Cerco di non farmi mai mancare nemmeno quello scuro di castagno ottimo con formaggi per il suo retrogusto amarognolo.

La seconda attenzione che possiamo offrire è diretta alle api stesse. Quando ci vengono vicine non allarmiamoci e non cerchiamo di scacciarle o schiacciarle. Vogliono solo annusare un po’ ma nessuna di loro si avvicina con intenzione di pungere. La cosa migliore è ignorarle. Ci metteranno pochissimo rendersi conto che su di noi non potranno trovare nulla di buono. Cerchiamo di fare in modo che questa cosa ci riguardi soltanto per il cibo.