Il Patt ad un bivio.

Da Michele Dallapiccola

Sopra tutto un fatto che non c’entra nulla col Trentino. In questi mesi a Bolzano si è lentamente consumato un tabù. Si è interrotta la generalizzata avversione per la destra. Nella lotta alle due fazioni interne al partito autonomista di lassù, chi era naturale nemico della destra ha trovato un punto di equilibrio con chi invece la gradisce e la cerca.

La cosa incredibile è che così facendo calpesta la storia (e ci potrebbe pure stare) ma partecipa poi alle riunioni degli Schützen.

Un po’ come succede in Trentino al partito autonomista. Che alla fine un po’ alla volta utilizzando il lubrificante della fretta arriva a prendere delle decisioni molto forti. Seguendo pari pari le scelte dell’SVP, la direzione del partito sta tentando il più eterologo dei trapianti. L’innesto ci sta tutto, intendiamoci. È figlio di un tempo in cui l’ircocervo è l’animale più incontrato nelle foreste oscure degli accordi politici del dopocena.

Ovviamente l’incedere delle scadenze aiuta il pressappochismo. Per il rispetto della consultazione degli organi di partito in via ortodossa non c’è tempo. Delega alle decisioni veloci e via. E così, trovarsi in casa chi ha consumato anni della propria vita all’opposizione del Patt è un attimo. Magie del trasformismo partitico in nome di esperimenti politici assai poco compresi, anzi direi respinti, almeno dal sottoscritto.

Staranno in molti, come me almeno credo, ad assistere silenti a questa kermesse elettorale nazionale. Curiosi di scrutare oltre l’orizzonte di un risultato che porterà più di una sorpresa.