La carenza di lavoratori? Allarme rosso!

Da Michele Dallapiccola

Eppure, alla maggioranza che governa il Trentino non sembra ancora sufficientemente grave da parlarne nella propria campagna elettorale. Meglio promettere Ovali olimpionici, bretelle stradali e funivie per ogni dove.

Che ci fosse qualcosa che non va nel sistema di reclutamento del personale promosso dalla Provincia attraverso l’Agenzia del lavoro, è ormai fatto evidente. Si è fermata a poche centinaia di unità l’adesione di personale alla chiamata alle armi di forche, forbici, imbuti e sacche raccolta, rifacimento camere, assistenza in cucina e chi più ne ha più ne metta.

Per contro, pare sia di 20mila persone il fabbisogno provinciale di lavoratori nel settore agricolo.  QUI L’ARTICOLO. Con numeri assai simili per il settore turismo.

Del resto alla favola della giunta provinciale che si sarebbe risolto il problema richiamando gli scalda-divani avevano creduto in pochi. E adesso insieme ad una campagna elettorale che si sta rivelando tra le più brevi e sgangherate che l’Italia ricordi riaffiorano ipotesi tra le più amene. Gestire il decreto flussi a geometria variabile, sembra una strada in salita. Come arrivare a correggere quello che sembra il padre di tutti i problemi, il reddito di cittadinanza. 

Sta per partire una campagna per le elezioni nazionali piena di annunci di baggianate alle quali nessuno non crede più. 

A livello nazionale tra le promesse più gettonate viaggia la riduzione delle tasse, o la solita lotta alla burocrazia. 

A livello locale la lega si sta orientando sull’impegno per opere pubbliche anche faraoniche. Considerate le condizioni finanziarie della Provincia o quelle in cui versa la sua disorganizzazione e/o carenza di personale, vien davvero da chiedersi con che coraggio?

Sarebbe meglio concentrarsi sui bisogni reali ed immediati delle persone in Trentino. Ieri la Giunta di Bolzano ha annunciato lo stanziamento di 50 milioni di euro per la Crisi. Qui invece, fino ad ora, praticamente nulla. Nemmeno una parola neanche per quanto riguarda  la difficoltà di reperire personale in una provincia che basa la propria economia sui settori del turismo e dell’agricoltura. Sono due comparti che sopravvivono solo grazie all’impiego di immigrati da ogni parte dell’Italia e del mondo. 

Altro che opere pubbliche immaginarie, altro che progetti promessi e dettati più dalla fantasia che dalla visione amministrativa. Altro che slogan prima gli italiani e prima i trentini. 

Senza il supporto di personale nazionale e straniero, non andremo da nessuna parte.