Dal ghiaccio un monito alla consapevolezza della nostra fragilità

Da Michele Dallapiccola

Di questa complicata estate 2022 ricordemo tante cose poco piacevoli e alcune pure tragiche. La più evidente è il prosieguo della guerra in Ucraina col suo carico di morti e le conseguenze economiche sulla nostra società. Pur essendo queste ultime fatti negativi di secondo piano rispetto alla vita delle persone.

Ricordemo le malattie nuove, quelle arrivate dopo la pandemia. Dal vaiolo delle scimmie, alle malattie trasmesse da zecche e zanzare.

E poi ricorderemo il caldo, la siccità e tutte le conseguenze del cambiamento climatico. La più evidente, alla ribalta per la tragedia della Marmolada, quella relativa allo scioglimento dei ghiacciai.

Ieri ho avuto la possibilità di ritornare in Presena. Impressionante. Fiumi d’acqua e laghetti da scioglimento segnalavano ovunque il decadimento della massa glaciale. Un dato tra tutti quello della sua quota: 3 metri più bassa dello scorso anno. Nonostante i teli geotessili.

Impressiona assistere a questi fenomeni. Ma dal vivo fa bene. Provoca lo stimolo alla consapevolezza del sapere cosa ci sta davvero succedendo. Del cosa fare, del come ciascuno di noi può reagire, sono stati spesi fiumi di inchiostro e migliaia di pagine digitali.

Leggiamole, cerchiamole e informiamoci. Per rimanere consapevoli. Cerchiamo di tenere alta la coscienza ecologica collettiva. Tornare indietro non è più possibile.