Dalla padella alla brace. Dalla pandemia al caro energia.

Da Michele Dallapiccola

La differenza tra la pandemia e la guerra in Ucraina sta soltanto nel fatto che nel caso della virosi i decessi li abbiamo potuti purtroppo constatare tra i nostri cari. Nel caso del conflitto invece si son visti soltanto sui media (e anche troppo poco) e per questo percepiti molto meno. Sembra anzi, tutto così lontano, così difficile da capire.

La cosa che invece hanno in comune le due tragedie su tutti noi sono i danni economici.

Il morale della società che ci circonda è davvero a terra. Nelle piazze, nei dialoghi, negli incontri estemporanei, non si parla d’altro. Se poi le persone incontrate sono titolari di azienda o attività, la preoccupazione trasale dalle parole fino a poterla legger loro anche in volto.

Fanno fatica a capire le ragioni di questa situazione. L’impressione di molti è che il conflitto russo-ucraino sia soltanto uno dei tanti motivi che hanno portato al caro energia.

Non tanto o soltanto questioni legate a difficoltà logistiche ma soprattutto a scossoni di mercato dove dei non meglio precisati attori della macroeconomia ne approfittano. Non mi addentrerò oltre. Questa è una materia che io non padroneggio. Le mie competenze qui non vanno oltre quelle raccolte nelle notizie di cronaca. Per questo penso che sia molto importante attingere dalle fonti ufficiali, il più autorevoli possibile. ANSA, Reuters, le grandi testate nazionali lo sono. E permettono di farsi un’idea molto chiara. Sono tutte concordi ad esempio, nell’affermare che questa situazione di stallo economico non avrà un orizzonte di fine di pochi mesi.

La diplomazia internazionale è azzoppata da una fortissima contrapposizione tra i due blocchi est-ovest del mondo, dove in questo momento l’Europa riveste una parte importante. E ha già dimostrato di saperlo fare.

Non abbiamo dimenticato che la direzione Van del Layen già quasi un paio d’anni fa, tirò fuori dal cilindro 700 miliardi di euro per fronteggiare i danni da pandemia.

Ecco, oltre alle trattative internazionali per diversificare le fonti di approvvigionamento del gas è assai probabile che ben prima possa intervenire un’azione analoga a quella che fu per il Recovery Fund. Sono in molti ad attenderlo.

Qualsiasi soluzione voglia esser presa ha comunque fiato corto. Sappiamo quanto sia importante il turismo per l’economia trentina. E la bella estate appena trascorsa, con un tutto esaurito quasi ovunque, è già stata quasi completamente fatta dimenticare dalle bollette arrivate in questi giorni.

Con l’inverno alle porte, il dramma del caro energia rischia di trasformarsi in qualcosa di nefasto.