Il rinnovo delle concessioni delle centrali idroelettriche. Tra dighe trentine, leggi romane e una grande confusione tra istituzioni.

Da Michele Dallapiccola

Nella sua ultima seduta a Terzolas la Giunta provinciale si è lasciata andare a delle precise dichiarazioni. Annuncia di sentirsi pronta allo scontro col Governo (che dopo il 25 settembre potrebbe essere suo amico) per quanto riguarda il rinnovo delle concessioni idroelettriche di grandi dimensioni, pur di poterne detenere il controllo. 

Come non essere d’accordo?

La cosa incredibile è che stiamo parlando della stessa giunta che qualche mese fa si era comportata in maniera esattamente opposta per quanto riguarda le concessioni sulle medie e piccole derivazioni. 

La caparbia applicazione della direttiva Bolkestein, ha visto il Trentino come unico in Europa a programmare la messa in gara delle centrali idroelettriche di media e piccola dimensione.

Il risultato è che molti Comuni, attuali detentori della Concessione, potrebbero trovarsi nella preoccupante condizione di perdere quella gara, per la gestione della centralina sul proprio suolo, contro una multinazionale qualsiasi.

Quelle opere hanno la caratteristica di risultare particolarmente diffuse. Sono inoltre un’ottima opportunità per le Comunità grazie al valore generato dal loro funzionamento. 

La maggioranza del Gruppo Consiliare del Partito Autonomista, si era fermamente opposta a questa norma perché considerata iniqua.  A QUESTO LINK L’ARTICOLO DI ALLORA.

Pur tardivamente la questione era stata evidenziata anche da un documento sotto firmato da ben 43 Municipi.  LEGGI TUTTO A QUESTO LINK.

Gli annunci sospetti.

Oggi in piena campagna elettorale arriva l’annuncio che chiederanno il controllo delle centrali di grandi dimensioni. Sono il Presidente della Giunta e il suo Vice. Lo stesso che, contro il nostro parere, ha voluto comunque la legge di cui sopra (e che ora alle nazionali sostiene il nostro amato partito).

Per far questo dovranno dialogare con lo Stato e con l’Europa, dicono. 

Peccato che quando si è trattato di mettere mano alla legge sulle medie e piccole non sono stati capaci di dialogare nemmeno col loro Consiglio provinciale e i loro Sindaci. Che ora rischieranno di non avere più a disposizione delle nostre comunità i proventi dell’attività di turbinamento delle nostre acque.

Detto ciò l’annuncio di Fugatti &co, sa proprio di spot elettorale. La complicatezza del processo normativo è molto oltre quella di avere in carico la gestione dei grandi Carnivori. E se tanto mi dà tanto da lì a vedere nelle tasche dei trentini cifre molto più consistenti (di quelle che comunque trattengono già 165 milioni di €) di acqua, sotto i ponti o meglio nelle dighe in Trentino, ne passerà ancora troppa.