Mi ero ripromesso di andarci da un sacco di tempo. Lo ricordo con affetto perché fu uno dei primi acciacchi che dovetti affrontare come assessore al Patrimonio di Montagna. nel febbraio del 2014 una slavina di neve per poco non se lo portò via. I danni furono comunque ingenti.
In realtà la Provincia venne chiamata a fare null’altro che il proprio dovere. Il grosso della fatica lo fecero sicuramente i gestori e la Sat. Con la loro intraprendenza e la loro proattività riuscirono a far ripartire l’iconico rifugio in pochissimo tempo.
Così oggi, dopo tanti anni, mi son preso il tempo di salire a vedere lo spettacolo di natura che circonda il meraviglioso Rifugio. Devo dire che il viaggio lo merita anche la deliziosa cucina curata direttamente dal gestore Roberto Cornella.
Si raggiunge facilmente con un piccolo sconto alla fatica grazie alla facilitazione offerta dal trasporto fino al Rifugio Cacciatore garantito da Taxi Margonari.
Insieme ad un altro paio di aziende locali, accompagnano ogni anno tantissime persone ad accedere alla località in quota.
Il resto lo ha fatto la giornata, il sole settembrino di un’estate che sta scivolando via e la dolce compagnia della mia famiglia.
Nel viaggio ci si può fermare a cercar fossili…
… o a salutare gli “strani” abitanti del posto.
Basta poco in Trentino per essere felici. Specialmente in questo brutto periodo, aprire una crepa almeno per un giorno, nelle preoccupazioni di lavoro e di vita tanto comuni a tutti, fa tanto bene.