Se prendessero le loro vacche e se ne andassero in un posto dove produrre costa meno?
In un luogo dove la burocrazia non ti impegna più a lungo della mungitura e della fienagione?
In un luogo dove le normative sanitarie fossero gestite per proteggere salute di animali e persone anziché la responsabilità di chi ti obbliga a compilare plichi di documenti?
Se si spostassero in un paese dove latte e formaggi sono apprezzati e non si deve vivere di contributi somministrati come carità ma dove ciascuno è in grado di corrispondere il giusto prezzo al giusto lavoro?
Se accadesse tutto questo per noi, per la nostra terra e per chi la abita tutto si trasformerebbe in una grande tristezza.
Le foreste comincerebbero ad invadere i declivi fino al fondovalle e l’ambiente non più curato comincerebbe a non piacere più nemmeno ai turisti.
D’estate nessuno verrebbe più a passeggiare nella boscaglia.
D’inverno, gli impianti da sci guadagnerebbero sempre meno perché dovrebbero spendere un sacco di soldi per tenere lontani i boschi dai prati delle piste da discesa.
Se dal Trentino se ne andassero gli allevatori tutto questo incubo potrebbe diventare realtà.