Ma qualcosa è andato storto.
Sa di buoi scappati dalla stalla, la serie di annunci della giunta provinciale. Anche se, a dire il vero, alle mostre autunnali del bestiame si è presentata col sorriso tirato. Facevano finta di nulla gli assessori. Stringevano mani e ammiccavano simpatia. E i contadini, educati, rispettosi e tradizionalmente umili di fronte alle autorità, tagliavano corto.
Ma nelle retrovie il malumore aveva tanta consistenza da potersi tagliare col coltello.
E d’altra parte è così. Ormai la frittata è fatta. Perché al famoso marketing, i fondi andavano assegnati prima. È da più di due anni che in Consiglio provinciale segnaliamo i sintomi di una crisi senza precedenti.
Per recuperare il triennio andato in fumo sul piano del contenimento della crisi della zootecnia, adesso ci vorrebbero i milioni. Tanti. Anzi, ad esser maliziosi, troppi forse in proporzione al ritorno in termini di voti?
Di certo c’è che se il ragionamento persegue la logica finora adottata da questo governo, visti i numeri (800 aziende) il settore potrà aspettarsi gran poco. Specie al confronto di altre situazioni. Sulla società civile ad esempio, si son lanciati abbonamenti gratis a tutti gli anziani, 180 euro a pioggia ad urbi et orbi, festival e concertoni.
Nel settore agricolo, si è pensato a finanziare i carri raccolta o il festival del Trentodoc. Come se le bollicine avessero bisogno di aiuto (è uno dei settori agricoli che tira di più in questo momento).
Certo sorseggiare bollicine in compagnia è molto più appagante che andar per le stalle e sentirsele dai contadini mentre l’abito che indossi si adatta all’odore del luogo che calpesti…