A farlo per primo è stato Progetto Trentino. Il movimento politico che esprime l’attuale vicepresidente della giunta, pare abbia iniziato a dialogare riservatamente con la segreteria da molto prima del Congresso di aprile.
Nelle scorse giornate sono poi arrivare le pubbliche considerazioni del consigliere Comunale già candidato sindaco del centrodestra alle ultime elezioni comunali di Trento.
Infine ieri, Achammer. Il primo Segretario che nella storia dell’SVP, sia mai riuscito a sdoganare la destra anche per il suo partito. Con Silvius Magnago che si ribalta nella tomba. Ma tant’è.
Denominatore comune nei discorsi di queste tre figure?
Offrire consigli al PATT. Per altro, senza che nessuno di loro consideri anche solo lontanamente l’opportunità di dialogare anche col centro-sinistra. Eppure, fior di politologi leggerebbero questa ipotesi in chiave positiva. I risultati elettorali confermano: la destra trentina è in difficoltà. E una seria proposta di alleanza democratica con un centro popolare, ai trentini risulterebbe molto appetibile. Specie per quei molti delusi da Fugatti & co.
Ne è consapevole anche la maggioranza del gruppo consiliare del Patt che da quattro anni sta facendo una serrata opposizione alla lega e ai suoi alleati.
La Direzione del Partito Autonomista invece cerca di commentare soltanto il minimo indispensabile.
Sembra quasi crogiolarsi, piuttosto. Tra tutti quelli che la tirano per la giacca. Chi per convincerla a sostenere una lega pur in declino, chi perché la vorrebbe come partner fondamentale per costruire un’alternativa a Fugatti.
In effetti, il congresso di aprile sembra lasciare aperte entrambe le opzioni. Ha chiuso infatti con un nulla di fatto, benché abbia raccolto indicazioni chiare, anche solo dal clima col quale è stato celebrato. Appaludissimo infatti ( 3 minuti di standing ovation) l’intervento del Presidente onorario. Nel suo duro discorso d’apertura ha tracciato la strada maestra: “Lontani dalla lega!”
Più attendista la tesi dell’unico candidato alla segreteria. Che tuttavia non ha mancato di rimarcare a più riprese che è giunto il tempo delle scelte. A ben vedere senza darne precisa scadenza.
Da qui, il focus di questo pensiero. Fuori o dentro agli schemi, forse questo tempo è arrivato; con le elezioni provinciali ormai alle porte. A rimanere neutrale Ancor a lungo invece il Partito potrebbe fare una brutta fine.
Come nella metafora di quel bel giovane corteggiato da tutti e da tutte, narciso, prezioso, davanti a sé stesso. Che a forza di negarsi finì per invecchiare da solo.
A furia di orgogliose quanto inutili posizioni blockfrei, il Patt potrebbe trovarsi ancora una volta a dover gareggiare in solitaria, come già accadde nel 2018. A correre da soli si vince, certo, perché il concorrente è uno solo. E si può pure festeggiare sbevazzando davanti a frasi fatte.
Ma la gara, il podio e il premio saranno sempre su un’altra pista. Dove si può correre, perdere, ma soprattutto vincere, soltanto se si lavora tra più squadre.