Il nuovo Capitano Achab del Trentino rincorre una mitologica balena bianca farcita di Autonomia. Finirà come nel romanzo?

Da Michele Dallapiccola

C’è una domanda alla quale il PATT non risponde da mesi: con o contro la lega di Fugatti? Ne avevamo già parlato qualche settimana fa. Ed in effetti l’ancestrale dubbio giace inevaso fin da dopo il Congresso di aprile. 

Adesso però, nel post elezioni nazionali, dibattito e quesito si sono riaccesi. Complice la sirena di Fratelli d’Italia che a più riprese ha chiamato il Patt a schiantarsi sugli scogli di una improbabile alleanza.

Non sono mancate però nemmeno le spinte interne al partito. Sono quelle eguali e contrarie e che chiedono chiarezza.

Con chi si alleerà il PATT in vista del 2023, (posto che il quadrumvirato di governo del partito giura e spergiura: mai da soli, mai con FDI)? Altre discussioni anche in altri organi di partito fino ad ora non ce ne sono state. Nemmeno recentemente, dove non ha certo aiutato la premura di organizzare la corsa in solitaria alle elezioni nazionali.

Ora però è giunto il momento di riprendere il filo di un discorso interrotto qualche mese fa, subito dopo il Congresso. Il movente lo fornisce il Segretario. Nell’esposizione della sua tesi congressuale narra che ora è giunto il tempo delle scelte

Che queste urne abbiano consegnato un’Italia politicamente polarizzata mi sembra piuttosto chiaro. Lo hanno fatto anche in Trentino dove però, soprattutto grazie ai risultati dell’Alleanza democratica per l’Autonomia, si è potuto toccare con mano che il prossimo governo della Provincia è contendibile. Per questo motivo e per le poche cose finora deliberate dal Partito, agli autonomisti rimangono soltanto due scelte. Con la lega o con chiunque abbia la volontà di costruire un’alleanza alternativa.

E un Partito di centro, moderato, che si ispira alla dottrina sociale della chiesa non può che star lontano da questa destra provincial-nazionale. Nel suo discorso d’apertura al congresso lo ha ricordato molto bene anche il presidente onorario del PATT. Al termine, ha riscosso una standing ovation di alcuni minuti. E ha fortemente influenzato l’orientamento percepito da chi ha partecipato al congresso. Nonostante la Direzione del partito insista nel dire che non si è deciso nulla, dal Congresso eravamo tutti usciti con l’idea che si sarebbe cominciato a costruire un’alternativa all’attuale governo provinciale. Invece, da qualche tempo, la Segreteria parla di un non meglio precisato progetto territoriale. Una “cosa nuova”, della quale avere fiducia.

In occasione delle elezioni nazionali però, il PATT ha manifestato il suo processo di fusione con Progetto Trentino. Oltre ad aver svelato che la cosa è partita riservatamente qualche mese fa, trapela che entro breve potrebbe procedere anche con l’incorporazione degli Autonomisti Popolari. Entrambi, sono schieramenti che per loro voce aborrono le forze democratiche. 

La segreteria inoltre ha più volte citato un costante dialogo con La Civica. Una forza che a sua volta ha fatto sapere alla stampa che il presidente Fugatti non è in discussione. Diventando a questo punto ineludibile.

A questo punto, due considerazioni aggiuntive. 

E’ ormai di dominio pubblico che Fugatti nutra il sogno di resuscitare la Grande vecchia Balena bianca.

Si dice che il primo ad attribuire il soprannome “balena bianca” alla Democrazia Cristiana fu il giornalista Giampaolo Pansa. «Balena» perché prendeva molti voti e «bianca» in riferimento al suo colore politico. I più maligni facevano riferimento alla voracità di Moby Dick. Ma l’appellativo non dispiaceva ai vertici democristiani: fu realizzato negli anni 80 uno spot per le elezioni europee con protagonista una balena. Lo slogan era “La balena bianca è grande, mansueta e non inquina”.

Da novello capitano Achab, vive anch’egli il proprio grande sogno di catturarla. Col Patt, governerebbe tagliando le ali, di destra e di sinistra. 

In effetti la Dirigenza degli autonomisti ha sempre respinto ogni ipotesi di alleanza a Fratelli d’Italia, senza mai nominare i presuli di Pontida in terra trentina. Ma per molti di noi, Lega o Fratelli d’Italia cambiano poco. Se non è zuppa è pan bagnato. Ne parleremo nel Parlamentino di partito previsto questo martedì sera prossimo. Poi, si vedrà.

Per immaginare come andrà in Provincia invece, raccogliamo in metafora l’insegnamento dal grande classico della letteratura di Melville citato qui sopra. Nella caparbietà di ricorrere il candido cetaceo, il Capitano Achab fece una brutta fine.