Spavento bollette. La ripida la strada degli aiuti alle famiglie.

Da Michele Dallapiccola

Andiamo incontro all’inverno tutti afflitti da una grande preoccupazione. Ci sarà gas a sufficienza? Il solo pensiero del livello che raggiungeranno le bollette dell’energia elettrica è abbastanza per togliere il sonno.

E mentre lo Stato sta tentando di attivare la propria squadra di ministri, l’Europa è afflitta dal nuovo acuirsi della guerra. Per questo fa fatica  a risultare credibile nel suo progetto di attivazione di un tetto massimo al prezzo del gas. 

Da noi, in Provincia, l’eco di queste preoccupazioni comincia a farsi sentire sempre più forte.

Nelle valli del Trentino il ripiego alla biomassa, anche banalissima legna da ardere, è un parziale lenitivo naturale ad almeno una delle tante preoccupazioni ma sul resto? E nelle città?

Ieri abbiamo voluto interrogare la Giunta Provinciale sulle risposte che intende mettere in campo rispetto alle cifre letteralmente mostruose che si renderanno necessarie per pagare le utenze del prossimo inverno. 200 milioni € in più. Una cifra analoga, l’ha pronunciata anche la Provincia di Bolzano. In una conferenza stampa che racconta del disegno provinciale di dove andare a reperire i fondi.

Il disegno trentino invece non è ancora stato abbozzato. Assai irritualmente (fatto mai visto prima) il Presidente Fugatti ha chiesto ieri la convocazione straordinaria di un Consiglio provinciale per discutere delle misure da mettere in campo per sostenere le imprese. Attendiamo fiduciosi che arrivi un provvedimento anche solo minimale purché in aiuto alle famiglie, almeno a partire dalle fasce economicamente più deboli. Sarebbe il miglior modo per valorizzare le scarse risorse ancora disponibili a livello provinciale.

Capisco che promettere tangenziali e stadi del ghiaccio olimpionici porta lustro e forse voti all’Esecutivo che li annuncia. Ma le bollette vanno pagate e forse la sopravvivenza di molti è davanti alla soddisfazione del trofeo politico di qualche opera pubblica in più. Una soddisfazione per pochi, troppo pochi.