Che la lega di governo fosse prodiga di promesse è parso evidente fin da subito a tutti.
“È arrivata la stagione del sì”, tuonava un gongolante Fugatti dagli scranni delle sue prime sedute consiliari da Presidente neoeletto. Ed in effetti in corso legislatura, i suoi sì non li ha mai fatti mancare a nessuno.
A parte alcune manovre populiste sulla solidarietà sociale. Ma questa è un’altra storia.
Ebbene, osservato speciale dai banchi dell’opposizione dove sedevano membri dell’ex giunta, con questo suo prodigo deliberare, ha da sempre procurato un certo stupore.
Chi aveva precedentemente avuto compiti di governo, sapeva, capiva, che quelle promesse non sarebbero state in piedi. E che prima o poi i nodi sarebbero venuti al pettine. Ebbene, il grande dramma della crisi gli offre ora una grande opportunità. Che la Lega-Salvini-Trentino non si fa scappare. Ora si appresta ad attingere a piene mani da quel fato a lei tanto avverso, nel suo periodo di governo, e che per ironia della sorte adesso le viene in aiuto.
Dando la colpa alla crisi, anziché come sarebbe più giusto al realismo e alla capacità di programmazione, nei comunicati stampa di ieri, ad un anno dalle prossime elezioni provinciali, i leghisti provano a tirare il freno a mano. Arrivati in Busa nel loro apprezzato peregrinare, hanno finalmente dovuto prendere atto che il bilancio della Provincia non è scritto su un elastico. Sarà ben colpa degli aumenti dei costi, nessuno lo mette in dubbio, ma un po’ più di prudenza non avrebbe guastato.
Mi chiedo, ad esempio, come possono sentirsi in questo momento gli amministratori di Pinè che hanno puntato tutta la loro credibilità sulla promessa di un’opera da più di 50 milioni di euro. Mancano 3 anni alla kermesse olimpica e c’è ancora tutto da fare. A giudicare da come questa giunta si è comportata di fronte ad una microscopica crisi economica come quella della Panarotta, fossi in un appassionato pattinatore di Piné io, non dormirei sonni tranquilli.