Ripari in quota per i pastori. Ancora una volta un lavoro a metà.

Da Michele Dallapiccola

Nei giorni scorsi, questioni amministrative interne al partito avevano rallentato la mia  normale attività amministrativa di controllo sulle azioni della giunta provinciale.  Riprendo dunque solo ora un fatto di cronaca accaduto qualche giorno fa.

E’ un argomento che mi sta particolarmente a cuore e che riguarda le attività della Provincia relative alla protezione e all’assistenza ai pastori nelle opere di prevenzione dei danni da grandi carnivori. 

Sono numerosi gli atti politici che abbiamo depositato al riguardo in questi anni. Atti che avevano l’intento di indirizzare la caparbia giunta provinciale a proseguire con le attività impostate dalla precedente amministrazione provinciale. Purtroppo le proposte con le quali abbiamo provato a stimolare la lega al governo sono state costantemente bocciate.

Qui sotto, ad esempio, è riportato l’ultimo emendamento inserito nella finanziaria della scorsa estate. La giunta si è rifiutata di impegnarsi a realizzare una serie di ripari in quota a servizio della pastorizia.

Con grande piacere qualche giorno fa abbiamo potuto accompagnarci alla soddisfazione dell’assessora competente quando si è recata ad inaugurare uno di quei ripari sulle nostre montagne. Uno! Contro 150 lupi su altrettanti alpeggi d’alta quota.

C’è sempre un però.

Ecco, nel pieno stile leghista, nemmeno una così semplice costruzione è stata pensata “come Dio comanda”. Lo ripeto il passo fatto in aiuto alla pastorizia è positivo ma siamo ancora agli albori di quello che si dovrebbe veramente fare. Non è bello nemmeno per noi ritrovarsi a sempre a criticare. Ma dico: nel  quinto anno di legislatura, è accettabile che in pratica questo sia uno tra i pochissimi provvedimenti concreti che la lega ha messo in campo per questo annoso problema? 

Ma c’è un ulteriore passaggio che mi ha colpito. Dall’amena località, l’assessora si è  accomiatata dalla pastora beandosi della grande comodità che l’immensa generosità della provincia avrebbe elargito realizzando quel riparo in quota. Una generosità monca. 

A causa di cavilli burocratici della cui applicazione nessun servizio provinciale (forestale, urbanistica, agricoltura etc..) vuole assumersi responsabilità, è stato realizzato un micro edificio recante a proprio corredo un autentico atto di inciviltà. Malgrado il millennio sia stato scollinato da un pezzo, sono stati capaci di impedire che venissero realizzati i servizi igienici. Eppure, alla Provincia non mancano quei pochi spiccioli per realizzarne uno, minimale, con relativa fossa Imhoff. Che motivi ci sono per non realizzare un bussolotto di 2 metri quadrati? Che inquinamento daranno mai i bisogni di una persona nei pochi giorni di residenza in alta quota? Una che comunque lavora lassù e che da qualche parte la dovrà pur fare? 

E così al suo rientro a casa il politico di turno, contento della sua intervista, avrà trovato non dico una doccia calda, ma almeno dei comodi servizi igienici. Se ne sarà andato convinto di lasciare la pastora nella comodità. A me sembra una profonda caduta di stile che specialmente il rapporto da donna a donna non meritava. Che piova o nevichi, che sia giorno che sia notte, chi lavora lassù si troverà a dover uscire dalla baita riparandosi come può ed arrangiarsi all’aperto come fa tutto il genere umano da millenni. 

Sembra una barzelletta, perdonatemi, ma non riuscivo a non evidenziarla.