Ha tenuto banco in queste ore in Consiglio Provinciale la discussione intorno al nuovo ospedale di Cavalese. Come ben sapete la querelle aperta riguarda un’opzione accesa da una proposta privata. Una solidissima impresa di costruzioni ha da qualche tempo notificato alla Provincia la disponibilità di realizzare l’ospedale di Cavalese. Naturalmente attraverso un meccanismo di partecipazione privata all’interesse pubblico. Si chiama partenariato pubblico privato ed è un meccanismo di realizzazione delle opere pubbliche previsto dalla legge.
Per il Trentino, a dirla tutta sarebbe un po’ una novità piuttosto complicata da realizzare. Che parte comunque già da subito da manifeste difficoltà di esercizio. Si pensi che i due procedimenti di questo tipo, alla ribalta della cronaca, attivati in Trentino sono (stati!) quello per le terme di Levico e del Nuovo Ospedale di Trento.
Ebbene a Levico è finita male. Sono 5 i milioni di euro di finanziamento saltati. Erano quelli che la precedente amministrazione provinciale aveva riservato alla graziosa località termale e che ora non si sa dove siano finiti. Sul NOT, credo non serva spendere ulteriori parole rispetto a una vicenda che assomiglia più a una telenovela che ad un appalto pubblico.
A fronte di queste innegabili preoccupazioni, c’è comunque la disponibilità di un’azienda privata, seria anzi molto seria, che si metterebbe a disposizione per realizzare il nuovo ospedale. Devo confessare (limite mio) che non sono riuscito a capire in base al quale criterio sia stata individuata la zona ideale dove realizzare la struttura.
Di certo per quanto mi riguarda sento di dovere esprimere un personalissimo rammarico perché si andrebbero a devastare delle zone prative di fondovalle. E’ vero che nulla è davanti alla salute ma attualmente una sede ospedaliera, tutta bella esposta al sole c’è! Si tratta di una struttura per ora funzionante che necessiterebbe soltanto di ristrutturazione.
Da qui il colpo di genio! Progetti, valutazioni tecniche e pensieri politici in merito a questa ristrutturazione ci sono tutti. Allora ci chiediamo del perché non si consegnino all’impresa che avrebbe realizzato il PPP nel fondovalle.
Si prenderebbero due piccioni con una fava. In primis non si lascerebbe sfuggire la meravigliosa opportunità di farsi aiutare dall’impresa che ha offerto le proprie preziose disponibilità. Alla Provincie però tutta l’operazione potrebbe costare molto meno. Non si dovrebbero acquisire terreni e realizzare strutture nel fondovalle a cifre che sfiorano i 300 milioni d € (e chissà se bastano) Invece, nella sede attuale una semplice ristrutturazione è già stata progettata e quantificata nei costi (una quarantina di milioni di€).
Abbiamo ragionevole motivo di pensare giunta provinciale ed impresa, questa opzione l’abbiamo già ampiamente valutata. A sto punto noi interrogheremo per saperne qualcosa di più.