Uno dei tanti esempi per raccontare il senso di un argomento sul quale abbiamo insistito molto in questi anni è rappresentato dalle foto qui sotto.
La Malga Cambrocoi vista da Palù ne è la più plastica rappresentazione.
L’estensione del campiglio pre nubifragio è rappresentata dall’area dal contorno verde.
Nella seconda foto, la linea in rosso mostra la zona interessata dalla distruzione. Dove, va riconosciuto, è stata fatta una bella pulizia.
Come vedete la differenza tra le due aree è enorme. E l’area rossa qualora adibita a prato potrebbe ospitare il triplo degli animali (e dei contributi europei).
Perché insistere sul recupero.
La Malga è tradizione è cultura ma soprattutto economia. Come possiamo dunque, pensare di salvare la zootecnia non partendo dai prati.
Ecco, rivedere l’estensione di un campiglio, già ampliato dalla devastazione è un’occasione che non si può mancare. Accompagnata dalla cura dell’uomo, una sua diversa valorizzazione potrebbe rappresentare un passo straordinario. Specialmente adesso che la politica agricola comunitaria integrerà i premi a superficie in misura inferiore rispetto al passato.
Abbiamo scritto fiumi di comunicati e atti politici in questa direzione. Sempre ignorati da questo governo provinciale.
Sono stati pochissimi i casi di bonifica effettuati con gli aiuti o direttamente dall’Ente pubblico. E ora il timore che rimangano tali è tristemente sempre più confermato dall’avvicinarsi della fine della legislatura.