Bonifiche del bosco post Vaia. Non può esser successo tutto invano.

Da Michele Dallapiccola

Uno dei tanti esempi per raccontare il senso di un argomento sul quale abbiamo insistito molto in questi anni è rappresentato dalle foto qui sotto. 

La Malga Cambrocoi vista da Palù ne è la più plastica rappresentazione. 

L’estensione del campiglio pre nubifragio è rappresentata dall’area dal contorno verde. 

Nella seconda foto, la linea in rosso mostra la zona interessata dalla distruzione. Dove, va riconosciuto, è stata fatta una bella pulizia.

Come vedete la differenza tra le due aree è enorme. E l’area rossa qualora adibita a prato potrebbe ospitare il triplo degli animali (e dei contributi europei).

Perché insistere sul recupero.

La Malga è tradizione è cultura ma soprattutto economia. Come possiamo dunque, pensare di salvare la zootecnia non partendo dai prati. 

Ecco, rivedere l’estensione di un campiglio, già ampliato dalla devastazione è un’occasione che non si può mancare. Accompagnata dalla cura dell’uomo, una sua diversa valorizzazione potrebbe rappresentare un passo straordinario. Specialmente adesso che la politica agricola comunitaria integrerà i premi a superficie in misura inferiore rispetto al passato.

Abbiamo scritto fiumi di comunicati e atti politici in questa direzione. Sempre ignorati da questo governo provinciale.

Sono stati pochissimi i casi di bonifica effettuati con gli aiuti o direttamente dall’Ente pubblico. E ora il timore che rimangano tali è tristemente sempre più confermato dall’avvicinarsi della fine della legislatura.