I buoni numeri del turismo: PARTE II°. La soddisfazione c’è. Ora però la politica risponda anche alle criticità del settore. 

Da Michele Dallapiccola

Dopo le considerazioni di carattere generale descritte nell’articolo di ieri, riteniamo utile elencare le criticità del sistema turismo, anche in forma puntuale. Sono azioni o mancati interventi di questo governo provinciale che non hanno prodotto le risposte necessarie o attese. 

Abbiamo individuato interventi legati all’aspetto turistico che in qualche modo hanno però una profonda relazione e potenziali ricadute sulle comunità alle quali si riferiscono.

Domani ragioneremo di asset o provvedimenti di carattere generale e provinciale. 

Comano

E’ una meravigliosa località che ha una lunghissima tradizione turistica Soprattutto grazie al termalismo. Eppure questa comunità conta alcune strutture ricettive in profonda crisi. Sarà forse anche perché attende ormai da 5 anni che partano 20 milioni di euro di lavori di ristrutturazione delle Terme? Soldi veri e già stanziati dalla precedente amministrazione provinciale. Qui la fusione dell’ex APT con quella dell’Alto Garda e Ledro non è andata, diciamolo pure, benissimo.

La Valle del Chiese

Si tratta di un luogo, pur di valore, che in passato non ha vissuto il turismo come la sua principale vocazione produttiva. Negli anni però ha dimostrato che attraverso la fantasia ed un patrimonio storico naturalistico davvero interessante, si possono esprimere tantissime potenzialità. Dal Fishing all’agroalimentare passando per i borghi storici ha cercato uno sperato rilancio da Campiglio. La fusione lo fatto arrivare in maniera flebile. Anzi a dirla tutta e per voce di alcuni operatori, non è ancora proprio arrivato niente.

Levico Terme

Qui è avvenuto uno scippo: il PPP sulle Terme, un progetto di potenziale difficile attuazione. Ma i cinque milioni di euro sono stati stanziati per davvero. Davanti alle difficoltà, la giunta non è certo stata a disquisire, li ha stralciati e mandati a finire chissà dove. Siamo convinti che potevano essere ristanziati per la località e invece sono finiti nei meandri della casse provinciali senza che nessun amministratore locale o peggio ancora provinciale di maggioranza dicesse qualcosa.

Rovereto-Vallagarina

L’APT birichina che ha voluto rimanere indipendente da una fusione imposta con Trento, è stata salvata dall’orgoglio degli imprenditori del posto. Nella sua coraggiosa organizzazione locale, forte di tante proposte interessanti non è stata invece per nulla sostenuta dalla politica provinciale, soprattutto nella gestione delle naturali criticità di rapporto coi territori limitrofi. Anzi qui, l’assessorato ha alimentato tifoserie di parte, avallando un’azienda di promozione rispetta ad altre. Col fortissimo sospetto di obbedire più ad un colore politico che a logiche di coerenza geografica e amministrativa.

Trento

Qui c’è un Sindaco non politicamente allineato all’assessore provinciale di riferimento, (come va tanto di moda essere adesso tra molti suoi colleghi). Ha il coraggio di dire cosa va e cosa non va e pensa alla Trento turistica anche di domani: identitaria, attrattiva e sostenibile. Del resto, cosa poteva pretendere più di questo, una città che è partita con la definizione normativa di zona NON turistica. Ora si pensa anche qui all’ennesima opera funiviaria. Per raggiungere una località mai davvero rilanciata da nessun punto di vista. Come al solito si fa tutto senza pensare a un disegno complessivo. 

Altopiano di Pinè.

In apprensione e nell’attesa di un opera che dovrà venire su con la velocità di un fungo, la comunità pinetana spera di essere pronta entro due anni. Sono quelli che al netto dei preparativi e dei tempi morti, mancano alle prossime Olimpiadi bianche. Sul piatto ci sono 50, 60, 70 milioni di euro da spendere? Ancora non si sa. Forse il problema preoccupa poco perchè in fondo, le norme che regolano gli appalti pubblici sono sempre più in grado di sfornare opere in modo rapido e veloce? E che dire delle materie prime necessarie per realizzare la copertura? Abbondanti sul mercato e subito disponibili come le ditte edili per nulla impegnate in questo periodo? Il sarcasmo è quasi d’obbligo, la speranza un diritto.

Con un esborso così importante, per un’opera pubblica che costerà un botto anche di gestione, sono sempre di più le persone che si interrogano. La località dopo una cifra così imponente impegnata in Stadio e relativo mantenimento, avrà ancora la possibilità di chiedere comunque alla PAT l’attenzione finanziaria che merita? Opere pubbliche, strade, marciapiedi, servizi e sottoservizi. Come pure lo sviluppo di infrastrutture per lo sport, il tempo libero e il turismo delle persone che non pattinano ma che vorranno frequentare lo stesso Pinè. Sono le tante presenze che all’Altopiano hanno sempre e comunque fatto comodo. Perché in Pinè è bello andarci non solo per pattinare dentro ad un’ovalone!

Val di Non

Per l’organizzazione del turismo locale, fin da inizio mandato, la giunta provinciale aveva qui un preciso indirizzo. L’input, lo abbiamo raccontato più volte, veniva dall’associazione di categoria di riferimento dell’assessore competente. Fondere, semplificare e accorpare. I disegni di sviluppo dell’asse del Noce, dalla Rocchetta al Tonale li avrebbero così decisi tutti a Malè. Per far digerire questo boccone amaro, ai nonesi sconsolati dalla fusione coatta con la Val di Sole, si era forse pensato di offrire loro un regalino di consolazione. E non se ne parli più. Purtroppo della promessa d’acquisto di Castel Valer, non s’è più saputo nulla. Tutto è finito in un imbarazzante silenzio tombale. Non sarà perchè adesso è altrettanto imbarazzante dover smentire tutto? 

Altipiano di Brentonico

Una discussione straziante sta affliggendo la Comunità. La valutazione di un collegamento funiviario Malcesine-Brentonico credo sia ancora in corso. In questo non ha certo aiutato l’atteggiamento della Giunta provinciale che ha trattato la questione in maniera maldestra, a tratti con atteggiamento di tifo da stadio, a tratti con fare pilatesco.

Infine a Civezzano dove le cose, forti di un efficacissimo Ecomuseo locale, andrebbero anche benino. Eppure, sui media, qualche tempo fa l’assessore ha lanciato un appello. Invitava gli amministratori locali a riflettere su una loro diversa collocazione di APT. Chissà perchè, gli sembrava di dire cosi.