Che intorno alla localizzazione del nuovo Ospedale di Cavalese ci sia un’intensa discussione non ci piove. Come abbiamo potuto appurare frequentando le valli solcate dall’Avisio, sono moltissime le persone che lo vorrebbero come ospedale facile da raggiungere, lungo la statale, vicino allo stradone. Dove di solito si permette l’edificazione dei distributori di benzina. O si collocano le casette per la vendita della frutta di stagione.
E’ un’opinione piuttosto diffusa. Che parte dal pensare alla soddisfazione che potrà dare ai suoi bisogni futuri un nosocomio partendo dalla facilità che comporta il viaggio in auto per raggiungerlo. Ne abbiamo sentiti pochi – davvero pochi – che siano entrati nella questione del “per farci cosa?”. Come se, di come si possa organizzare una sanità di valle, sia un problema secondario rispetto al viaggio in auto per raggiungerla.
Nelle Valli di Cembra, Fiemme e Fassa, oltre al rinnovo dell’ospedale di Cavalese è in fieri anche la realizzazione della Casa della salute a Predazzo. Anche in questo caso promessa come realizzanda, ancora in alto mare per la questione del “per farci cosa”
C’è poi un ulteriore fatto non banale. Con l’invecchiamento diffuso della popolazione – come testimoniano i dati sociologici – a breve andrà rinnovato e probabilmente ampliato il sistema di assistenza agli anziani. Entro o fuori casa di riposo.
E poi ancora, In mezzo a tutto questo marasma è passato – quasi – inosservato lo scippo dei 40 milioni che erano stati stanziati per il rinnovamento della sede ospedaliera di Cavalese.
Nel frattempo sono ormai stati buttati quasi cinque anni al vento di una improduttiva discussione senza arrivare a capo di nulla.
Ospedale su o ospedale giù?
Le informazioni e le domande che la Commissione Sanità ha rivolto ad un imbarazzatissimo presidente Fugatti hanno confermato ben più di una preoccupazione a chi della trasparenza importa ancora qualcosa. In pratica, che dietro a questa proposta possano esserci più interessi economici privati che di pubblica utilità sembra sempre più probabile.
Pare che la proposta del nuovo ospedale parta proprio da un privato che si è fatto parte attiva della giunta provinciale. Pare inoltre che avrebbe fatto leva sulle competenze e le relazioni personali di un personaggio che per impegno politico si trova molto vicino alla giunta provinciale.
E’ lo stesso partito che ha affrontato la recente tornata delle elezioni provinciali alleato in una lista con il PATT. Da solo questo fatto è per me sufficiente a motivare l’impossibilità a proseguire il percorso politico con una forza che si assume la responsabilità dei fatti citati qui sopra. Prima i Trentini, pare vadano dicendo adesso gli autonomisiti di destra. Forse intendono prima alcuni trentini rispetto ad altri.