Mercatini di Natale. Ma non doveva essere un prodotto maturo?

Da Michele Dallapiccola

Dietro alla grande soddisfazione dei più, con qualche comprensibile zona d’ombra ci apprestiamo (già?) ad archiviare un 2022 turistico da favola.

Complice il rebound – il rimbalzo – di voglia di evasione degli italiani tenuti da più di due anni in condizioni di restrizione di libertà personale per gli arcinoti motivi sanitari. 

E così, anche un “oggetto” turistico sul quale ante pandemia si sprecavano fiumi di dubbi e puntualizzazioni si scopre comunque adattissimo a riempire le giornate degli ospiti del Trentino in attesa del Natale. 

Per un realistico bilancio di remuneratività e presenze è ancora troppo presto. Girando però tra gli stand e gli operatori, la prudente soddisfazione si palpa tutta. Complice sicuramente l’atmosfera che solo le località di montagna sanno trasmettere a corollario dei percorsi che si snodano tra le casette. 

E dico di montagna non a caso perché i Mercatini di natale tipici della tradizione tedesca e d’oltralpe, si stanno propagando sempre più a sud. Ibridati dalla frenesia commerciale del Natale, geneticamente modificati dal consumismo.

Forse, proprio per questo ha destato particolare scalpore una considerazione piuttosto pressapochista ma altrettanto verosimile diffusa a mezzo stampa qualche giorno fa. A Bolzano si calcola che il 30% dei prodotti venduti ai Mercatini sia Made in China.

E’ un rischio concreto. La s-personificazione dei prodotti commercializzati contestualmente alla diffusione pressoché ubiquitaria del format commerciale potrebbe portare ad un improvviso declino di interesse verso questo tipo di prodotto turistico-d’intrattenimento di stagione. Passata insomma la voglia di rivalsa verso la chiusura da lockdown e crisi di vario genere potrebbe manifestarsi una caduta di interesse da parte dei consumatori?

Questo tipo di preoccupazione, tutto sommato io la vedo lontana e difficile da verificarsi. Soprattutto se si considera che i mercatini pare abbiano avuto le loro prime manifestazioni di esistenza a Dresda già a partire dal 1400. Penso alla tipicità di questo tipo di manifestazioni tenute nei Bei Borghi d’Italia, come Rango ad esempio tra tutti. Inimitabili insomma se non negli oggetti venduti, sicuramente nell’atmosfera trasmessa dalla location.

Insomma, più saremo capaci di trasmettere originalità, autoctonia, sincerità e genuinità negli allestimenti e soprattutto nelle proposte di prodotto commerciale dei nostri mercatini, più sapremo resistere ai gusti di un tempo che omologa e ci abitua a tutto.