Stazione sciistica della Panarotta. Io ci credo ancora.

Da Michele Dallapiccola

Non tutto è perduto. Se è vero com’è vero che non si può praticare lo sci ovunque per lo stesso motivo e allo stesso livello, se è successo che la Panarotta non è Bolbeno e non ha meritato le stesse attenzioni da parte della Giunta provinciale, allora per l’Alpe di Pergine ci vogliono nuove idee. Solo quattro anni fa era stata sostituita “la Malga”, finanziate migliorie e la nuova pista da slittino, inaugurata lo scorso anno. Eppure sempre passata un era geologica. E la chiusura di questa stagione fa tanta paura perchè presagisce a qualcosa di definitivo.

foto d’archivio

Evitarlo, è una scelta politica della quale la Provincia dovrà assumersi una grande fetta di responsabilità. Perché le idee e gli stimoli ci sono tutte e tutti. 

Un illuminato imprenditore fiammazzo.

Qualche anno fa, pensò proprio nella stessa catena del Lagorai solo in un altro punto più ad est qualcosa di straordinario. Proponeva di rilanciare i luoghi attraverso la loro rinaturalizzazione. 

Il progetto naufragò probabilmente perché gli interessi economici della località in parola e il suo grado di antropizzazione impedirono di trovare un sereno accordo con gli attori economici del posto. 

In questo caso invece, Trentino Sviluppo, che è proprietà della quasi totalità degli asset locali, potrebbe forse applicare la norma provinciale. Prevede incentivi in caso di dismissioni e nuove idee. 

Forme molto più soft di divertimento sulla neve ma soprattutto una infrastrutturazione super leggera adatta rendere alla portata di molte più persone l’attività di alpinismo sulla neve. Panarotta, Fravort, Gronlait, luoghi sconosciuti ai più possono diventare un prodotto turistico che dia lavoro ad alcune famiglie?

Noi siamo convinti di sì. Oltre alla vicinanza ai territori espressa nelle giunte girovaghe nei Comuni, per il loro sviluppo e per la credibilità della Provincia ci vogliono idee, progetti e relativi stanziamenti di fondi a bilancio.