“Il periodo che rimane a disposizione per rispettare le imprescindibili scadenze dettate dal CIO è limitato, restando non negoziabile la scadenza per la consegna dell’opera ultimata e collaudata in tempo utile per la realizzazione delle gare olimpiche.“
Queste inquietanti parole non sono mie. Le ha scritte e firmate la Giunta provinciale parlando dello Stadio del ghiaccio di Pinè.
Non entreremo certo nel merito dell’opportunità di realizzare o meno l’opera. Non è nostro compito. La Comunità pinetana, di concerto con la Provincia ha già deciso.
Stadio si vuole e stadio sia.
Al netto delle decisioni prese però questa cosa spaventa assai. Nell’ultima delibera della Giunta Provinciale si parla di un costo che supera i 50 milioni di Euro. Siamo praticamente con un piede nel 2023 e per la metà del 2025 la struttura va collaudata.
Si tratta di un’opera pubblica che soggiace alle regole di un qualsiasi altro appalto. Con tutte le difficoltà burocratiche del caso. Quindi: che tipo di iter si immagina per un simile valore a base d’asta? E son solo dei privati le difficoltà a reperire le materie prime? E i rincari? Tanto per citare alcuni tra i problemi trasversali.
L’area interessata dalla costruzione poi ne ha di tutti suoi, noti a chi ha dovuto cimentarsi per la fallita costruzione, proprio nello stesso sito, di un centro acquatico.
Le parole a scopo di stimolo.
Non voglio infatti essere travisato nei concetti che da sempre diffondo e che qui tengo a rimarcare. Troppo spesso i miei pensieri sono stati strumentalizzati da chi vuole a tutti costi far passare il sottoscritto come persona che sta dalla parte del no all’opera.
Non è affatto così. Innanzitutto perché le decisioni non spettano a me e poi come ripeto, Comunità locale e Provincia hanno deciso.
Ciò che mi preme dunque è tenere alto il livello di pressing sulla Giunta provinciale a mio avviso ancora fin troppo prodiga di ottimismo e scarsamente reattiva nella “messa a terra” delle opere pubbliche programmate. Nessun appalto è partito fino ad ora in questa legislatura, nemmeno tra quelli già finanziati.
E’ nota l’assidua presenza di questi politici sul territorio che giocoforza si ripercuote sulla corrispondente loro assenza presso le sedi provinciali.
Nel frattempo, altri luoghi nel nord Italia ospiterebbero a tempo zero lo spostamento delle gare. Per l’Altipiano dei Due Laghi questo sarebbe uno smacco assolutamente inaccettabile.