Idroelettrico scippato. Ora la Provincia faccia retromarcia e ascolti i Comuni e chi l’aveva detto.

Da Michele Dallapiccola

Non tutti ricorderanno una lunga discussione che occupò le aule del Consiglio provinciale qualche mese fa. Riguardava il rinnovo di assegnazione delle concessioni delle piccole e medie derivazioni idroelettriche. Un procedimento che come consiglieri provinciali di opposizione avevamo fortemente apostrofato. Soprattutto attraverso dei pesanti atti politici. Riteniamo che la decisione – si badi bene – presa come unici in Italia di aderire alle indicazioni della direttiva Bolkenstein al riguardo sia letteralmente scandalosa. Soprattutto per chi ha cuore l’Autonomia. Anche lo stesso Consorzio dei Comuni si era unito alle considerazioni che in sede istituzionale tutti i partiti di opposizione avevano sollevato. 

La questione è molto semplice. 

Moltissime centrali idroelettriche di media e piccola derivazione, attraverso i proventi derivanti dalla loro produzione di energia idroelettrica, alimentano i bilanci dei Comuni sui quali sussistono. Obbedire alla Direttiva europea citata qui sopra, mettendo a gara le concessioni, significherebbe mettere in ginocchio i bilanci dei comuni interessati. QUI IL LINK. Potrebbero far gola a qualche multinazionale dell’energia, tanto per intenderci.

L’intero di una turbina a rischio “scippo”

Eppure, in quell’occasione il vicepresidente della giunta Provinciale, titolare della competenza al riguardo, in maniera estremamente caparbia, non aveva voluto sentire ragione.

Ora, c’è una sentenza della Corte Costituzionale che dirime un contenzioso tra Governo e Regione Friuli Venezia Giulia collocando il senso della Direttiva “galeotta” nel verso più favorevole ai Comuni trentini. QUI IL LINK DELLA NOTIZIA

Di certo, per il Governo provinciale sarà necessario ingranare una sorta di retromarcia normativa. Per cercare di venire incontro alle fortissime richieste dei Comuni. 

In questo senso potrebbero intervenire favorevolmente due fattori.

Innanzitutto l’elevato taglio populista di questo governo provinciale che da sempre ha cercato di venire incontro – almeno a parole – ad ogni richiesta arrivata sui suoi tavoli. 

In secondo ordine, alla soluzione favorevole della vicenda, potrebbe correre in aiuto il nuovo assetto politico-partitico in vista del 2023.

Pare infatti che il vicepresidente della giunta provinciale si appresti a transitare nel trentin tirolese partito. Sembra che entro i giorni della merla il suo segretario politico si sia impegnato ad un definitivo coming out. Tutto fa pensare che verrà definitivamente consacrata la loro alleanza con la destra. In tal caso, al rinforzo autonomista potrebbe venire in soccorso anche il Presidente del Consiglio Provinciale. Da sempre sedicente nostalgico autonomista, è da tempo lontano dalle scene della politica attiva a causa del suo intenso impegno alla guida del Parlamento del Trentino. 

Al di là di questo gossip di normale vita di transumanza politica, i fatti potrebbero influire positivamente sulla vicenda di questo pensiero. Quando lo scorso anno la lega volle approvare in aula l’improvvida norma, gli autonomisti (per voce di Dallapiccola e Demagri) si dichiararono, estremamente contrari all’adozione del provvedimento. E le critiche anche della società civile furono ferocissime QUI IL LINK

Ora con la potenziale, teorica entrata del Vicepresidente nel loro schieramento potrebbero influenzarlo positivamente in una retromarcia nonostante la sua riconosciuta caparbietà e portarlo a miti consigli per tenere conto delle istanze dei Comuni. 

O sarà lui a influenzare chi lo accoglie?