Panarotta doppio black-out. Nel silenzio assordante tra le colpe di nessuno?

Da Michele Dallapiccola

So di risultare pedante, ma l’occasione di attraversare il Rigolor, passando dalla Val dei Mocheni verso la Panarotta è stata per me una pugnalata al cuore. Vedere gli impianti (si badi bene di proprietà della Provincia) smontati con la neve sotto, è stata una scena che grida vendetta. Per questo voglio parlarne ancora.

Sappiamo perfettamente delle responsabilità nella vicenda degli Enti locali e dei privati, ma piaccia o no, la Provincia in qualche maniera c’entra sempre. Ne volete un’esemplificazione? Allora immaginatevi che la crisi avesse colpito la gestione dell’impianto di Bolbeno nelle Giudicarie. Ecco, avreste visto i tre Assessori e la consigliera giudicariesi a correre per strapparsi dalle mani le redini della trattativa e i meriti della soluzione. Perché una via di uscita, con la solita trovata finanziaria, l’avrebbero trovata sicuramente. 

E trasposta alla Val dei Mocheni, dove la crisi è invece realtà, la vicenda stride ancora di più. Sono infatti moltissimi i personaggi di area leghista&affini che sono andati a strapparsi il consenso in valle. 

Finora lassù però, ci sono andati a farsi tante foto (anche al cimitero), a cenare nelle caneve, a giocare alle carte, o a far incetta di tessere di partito. Di risultati concreti – finora – ne son partiti gran pochi se non l’adesione in massa al movimento civico giudicariese. Che ha promosso l’assegnazione di 6 milioni di € all’impianto di Bolbeno ma ha assistito in tombale silenzio alla vicenda della Panarotta. 

Certo, prima o poi arriveranno i 20 milioni di euro assegnati dallo Stato dei quali nessuno dubita dell’assegnazione. Questa massa così travolgente di contributi però non sfiorerà nemmeno di striscio il problema della chiusura della stazione sciistica locale. E questo genera una grossa contraddizione, non solo qui. 

A livello di Comunità di Valle infatti, langue pure il problema delle terme con la messa in forse dell’apertura di quelle di Vetriolo. Ciò potrebbe dunque aprire un buco anche nell’attrazione estiva dopo quello demoralizzante di quella invernale. 

La grande fortuna della località è affidata alla tenacia e alla bravura della ricettività locale. Per fortuna, gli alberghi e i ristoranti della zona, meritano da soli il viaggio. E panorama e passeggiate facili o selvagge a seconda delle proprie capacità completano il quadro che permette di godersi questa montagna a chi la conosce e la ama. 

Ma per il grande pubblico e per una sua promozione più ampia? Quali sono le opportunità locali di intrattenimento ora come ora? 

E non è finita qui. 

Al culmine delle contraddizioni per la prossima primavera è previsto il passaggio del Giro d’Italia proprio in località Compet. Ben venga la pubblicità (tutto aiuta, ci mancherebbe), ma se si promuove una località è perché poi si spera che qualcuno che l’ha vista in TV, ci torni. A fare che cosa, mi chiedo, se poi è tutto chiuso? 

Ecco vedendo tutti i buchi che la località ha collezionato durante il governo della lega in Trentino vien proprio da chiederselo.