Ciclo dei rifiuti in Trentino. Fonte di indecisione politica o sorgente di nuova energia e interessanti opportunità? 

Da Michele Dallapiccola

Anche il nuovo anno per la Giunta provinciale parte con le solite gatte da pelare. Forse perché anche in quello appena trascorso ha fatto poco per risolverle.

Del resto, la matassa dello smaltimento dei rifiuti in provincia di Trento è piuttosto ingarbugliata e parte da lontano. L’eredità raccolta dalla lega di governo però le è esplosa tra le mani. Non si può negare che tutto parta dal non aver considerato fin dall’insediamento i pericoli di una potenziale previsione errata. Così la Giunta ha ammesso pubblicamente che la discarica di Ischia Podetti era finita in crisi quando era ormai troppo tardi. QUI UNO DEI TANTI ARTICOLI DI PROTESTA

Ricorderemo poi le soluzioni tampone della riapertura delle discariche di Imer e Monclassico. E i lunghi silenzi in  proposito da parte della giunta provinciale. 

Da qualche giorno però la Giunta pare aver deciso qualcosa di più concreto. Il ciclo dei rifiuti terminerà in Trentino. Alias: si troverà il modo di trasformarli in energia anziché smaltirli fuori provincia e/o depositarli per sempre chissà dove. 

Del resto l’inceneritore è un attrezzo di destra! E il machismo del dover dire “io lo faccio”, pure. Solo che questa giunta populista di coraggio o di schiena dritta davanti alle rogne non ha mai dimostrato di averne in abbondanza. Morale ha pensato bene di risolvere la questione scaricando sui Comuni interessati. Una specie di cosa che suona più o meno così. “Io provincia ho detto che si fa! Arrangiatevi poi voi cari miei sindaci a dirci poi dove”.

Qualcosa mi fa pensare – ma magari sono io a vedere solo malizia – che tutto serve per consegnare la discussione alla gogna mediatica mentre arriva il momento di votare previsto per l’ormai prossimo mese di ottobre. Poi, passato quello si vedrà. Intanto populismo e annunci possono essere più che sufficienti, casomai basta ritoccare le tariffe. Ah, anche quelle a fine anno, state pur tranquilli.

Nella foto di copertina due momenti di dissenso a Monclassico e ad Imer