Eccolo qui l’ultimo anno di legislatura. Come da copione l’anno in cui si comincia a vedere qualcosa di concreto da parte del governo della lega. A fare da araldo a questa stagione di inaugurazioni, pare stia per arrivare la tanto attesa quanto utile variante alla S.S. 43.
Un’opera che la comunità clesiana merita tutta. Frutto di mille attese, compromessi, tira e molla politici e battaglie accese di fazioni politiche. Da sempre messa in concorrenza di scelta al Tunnel sotto al Peller, sul cui songo non si non ancora spente le luci.
L’agognato traforo infatti, è ancora nel programma di governo della lega. Quello che giace in Piazza Dante depositato nel 2018 da Fugatti come impegno elettorale nei confronti delle valli del Noce. Chissà che fine farà nella prossima campagna elettorale.
Finalmente si parte
Ma per rimanere nel qui ed ora, da ex amministratore delle due precedenti legislature devo ammettere che questo è un bel momento. Abbiamo visto nascere l’idea dell’opera, la sua progettazione, il suo finanziamento, l’appalto, l’assegnazione e tutte le difficoltà che ne sono poi derivate. Al netto delle schermaglie politiche e di partito, dunque, questo è un bel momento. E finalmente.
Qualora i rumors di palazzo venissero confermati, (pare si voglia mantenere riserbo per enfatizzare l’effetto sorpresa), l’apertura di questo cantiere stimolerà qualche riflessione accessoria. Ci sta infatti che dopo 4 anni di spot e TV, la lega si dedichi finalmente a qualcosa di concreto. Un po’ perché stanno per arrivare le elezioni e dunque la loro paura di presentarsi con un nulla di fatto è tanta, un po’ perché alla fine a forza di “dai e dai” qualcosa avranno ben imparato.
Ciò che ci permettiamo di apostrofare è l’impostazione di fondo nel modo del governatore soprattutto su un paio di questioni.
Innanzitutto, in questi anni abbiamo assistito al più populistico degli atteggiamenti. Sì a tutto e a tutti, indipendentemente da ogni logica, politica o amministrativa.
In secondo luogo, preoccupa la stretta interdipendenza di linea politica di questo governo provinciale dall’ambito extraprovinciale. Ovviamente, per un partito con un fortissimo riferimento nazionale, è pressoché inevitabile. E attraverso il loro voto ad una filiale locale del partito di Salvini, questo rischio i trentini lo hanno sicuramente già calcolato e assorbito. Nel tempo però si sono sedimentati un sempre maggior numero di azioni e ragionamenti politici che hanno finito per sminuire l’autonomia e la nostra possibilità di autogoverno.
Cosa c’è dietro alla balzana proposta di Fugatti di voler pensare ad una macroregione? Ed e’ davvero vantaggioso per il Trentino il PPP, un programma di lavori da effettuare anche in Provincia connessi al rinnovo di concessione dell’A22 o si poteva trattare meglio e di più? Siamo davvero riusciti ad ottenere il massimo possibile dalla ripartizione nazionale dei fondi del PNRR? O contrattando meglio si sarebbero potuto ottenere di più, evitando come è avvenuto sul PSR ad esempio, di perdere 30 milioni rispetto alla scorsa programmazione?
Come avete potuto leggere qui sopra, le valutazioni fatte non possono che accogliere con favore l’inaugurazione di un cantiere, specie se strategico come quello che porterà a bypassare Cles.
Quanto al resto ci sta ancora un’ultima considerazione conclusiva. In Trentino di cantieri ne sono sempre stati inaugurati tanti. Con enfasi e buffet di differente caratura a seconda dei periodi (anche se i banchetti alla Grisenti rimarranno inarrivabili).
Alcune opere però, non sono altro che un atto dovuto, (troppi gli anni di attesa, troppe le amministrazioni che se ne sono occupate) Per il vero merito in politica servirebbero tutt’altro tipo di azioni e di uscite.
E i trentini lo sanno.