Fratelli d’Italia? Sempre più anche del Trentino.

Da Michele Dallapiccola

Per un autonomista che si rispetti quest’affermazione qui sopra è una di quelle da far tremare i polsi.

Eppure all’indomani dei risultati delle regionali del 12-13 febbraio potrebbe rivelarsi un’amarissima realtà. E’ sempre più diffusa la convinzione che il prossimo candidato presidente del centro-destra anche in Trentino venga designato da Roma.

Nel frattempo un autorevolissimo Istituto nazionale ha diffuso in queste ore gli esiti di un sondaggio molto interessante. Si racconta del Candidato presidente del centrodestra, il leghista Fontana, sempre più in vantaggio rispetto a tutti gli altri avversari.

A questo punto, qualora il responso delle urne confermasse questo risultato ci troveremmo la trazione leghista sulle tre più importanti Regioni del nord est e su una delle due Province Autonome: la nostra.

Parallelamente però, in tutti e quattro i territori Fratelli d’Italia porta con sé il trofeo delle elezioni nazionali. Superate da poco con risultati di straordinario valore.

Il prossimo autunno si voterà anche in Trentino.

Con Fedriga in Friuli e Zaia in Veneto praticamente intoccabili e Fontana da poco rieletto, è proprio sul Trentino che gli appetiti della Meloni potrebbero provare a rivendicare una rappresentanza territoriale di rilievo.

La richiesta di un proprio candidato presidente in rappresentanza del centrodestra trentino potrebbe rappresentare la giusta ricompensa per i favolosi risultati del partito dal passato più scuro che ci sia. E la scelta potrebbe cadere sull’attuale proposta sul tavolo perché diventerebbe un ottimo filo conduttore con Roma attraverso una graditissima affinità di genere.

In questo piccolo gioco di potere, per chi riuscisse ad accaparrarsi lo scranno più in alto di piazza Dante, ci starebbe pure un interessante bonus. Per i primi due anni e mezzo il Presidente della Provincia autonoma di Trento è anche Presidente della Regione Trentino Alto Adige.

Tante le ipotesi, tutte comunque così verosimili da provocare qualche bel pensiero agli schieramenti in gioco. E a non dormire sonni tranquilli potrebbero finirci almeno in due.

Da un lato la Lega, che sperava nella continuità con la riconferma dell’asso pigliatutto del 2018. Potrebbe non esser così. Tra l’altro, visti i deludenti risultati in caduta libera alle nazionali, vede i suoi rappresentanti provinciali in preda ad una drammatica certezza. Più d’uno, tra loro, smetterà di rivestire lo stesso incarico o lo stesso ruolo anche nella prossima legislatura.

Ma c’è un altro schieramento politico che dovrà fare i conti con qualche defezione. Il gruppo degli autonomisti storico identitari, forte di un sondaggino artigianale (taylor made) pare abbia tutta l’intenzione di andare dritto dal candidato premier. Proporranno un contrattino di governo in cambio di un’alleanza. Perchè per quanto tecnica di quella si tratta. Il mantra utilizzato è che l’attuale Presidente della PAT va bene, perchè i suoi avi furono tesserati con le Stelle Alpine.

Qualora le cose prendessero la piega, tuttaltro che ipoteitca raccontata qui sopra, allora spiegare che il contratto può avere lo stesso valore anche con un partito statalista nazionalista sarà un pelino più difficile. E per qualcuno tra loro arrivare fin lì, così a destra, sarà sicuramente improponibile.

Ma questi sono problemi che non ci riguardano affatto. Noi autonomisti di Casa Autonoma.eu, la nostra scelta l’abbiamo fatta già da qualche mese sulla scorta di convinzioni e azioni politiche che portiamo avanti da sempre.