2035: è stop alle vendite di auto a motore termico. Salto nel futuro o salto nel vuoto?

Da Michele Dallapiccola

La notizia è di quelle che spaventano un po’ ma era nell’aria da tempo. Il processo di voto a livello europeo era solo una formalità.

E così sembra che questa imposizione sia in arrivo. QUI IL LINK DELLA NEWS. E’ un fatto che turba perchè sembra un po’ limitare la libertà personale di scelta. Il senso è quello di limitare l’emissione di anidride carbonica in atmosfera. Condizione alla quale le vetture a motore termico contribuiscono non poco. Da qualche parte però bisognerà pur cominciare no?

Sono due anni che non piove, il clima cambia in maniera drammatica e l’effetto serra è ormai tanto culturalmente riconosciuto quanto poco accettato e di conseguenza combattuto nelle azioni singole quotidiane di ciascuno di noi.

Da dove cominciare allora?

Partendo proprio dall’input normativo delle grandi Istituzioni quelle che provano, quelle che dovrebbero essere in grado di operare sopra gli interessi privati. Non è facile fidarsi, di questi tempi poi, ma a mio modesto avviso, presa di per sé, senza retropensieri, l’azione è di quelle forti, assai coraggiose, di grande spinta verso il progresso, verso un futuro migliore col contributo di tutti. 

Non a caso i primi ad esprimersi in senso contrario sono stati proprio i populisti. Mossi da un breve pensiero improntato al perseguimento del proprio consenso alla ricerca della preferenza del proprio piccolo voto.

Anch’io sono convinto che sarà una condizione difficile da raggiungere, complicata da accettare. Sappiamo anche però che la transizione durerà a lungo perché si parla di limite alla vendita e non alla circolazione. 

Nel frattempo le istituzioni locali, la politica locale, l’amministrazione locale vanno spinte ad attrezzarsi ad ampliare la rete e l’economicità della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. A buon mercato, facile, e per tutti. 

Sarà un processo irrinunciabile che ogni programma di governo dovrà mettere in piedi assumendosi le proprie responsabilità. Anche in Trentino. Casa Autonomia è pronta. Le istituzioni devono essere pronte. Nell’interesse dei cittadini, nell’interesse (anche) dei trentini.