E se ad un certo punto non piovesse più?

Da Michele Dallapiccola

Sto scherzando! Ovviamente, ma in questi giorni, in queste ore, l’assenza di precipitazioni fa davvero impressione. Non so a voi ma a me mette paura.

Dal suo blog sui social, Giacomo Poletti, appassionato esperto meteorologo ci mette spesso in guardia con dati impressionanti. Il brano qui sotto viene da un suo post di qualche giorno fa:

Secco a oltranza! I modelli non danno speranze: nessuna pioggia di sicuro fino a lunedì 20, ma crescono le possibilità che l’intero febbraio chiuda a zero millimetri. È mite in quota: Paganella (2125 m) a +2.8° alle dieci di sera. Rivedremo delle nuvole alte da giovedì in poi con zero termico a 2700 m. 

Siamo dentro un’alta pressione fortissima: stamattina in Trentino abbiamo toccato i 1041 hPa (valore ridotto al livello del mare) che in quel momento era il valore più alto…al mondo! 

La crisi idrica è ormai biennale: a Trento (Laste) dal 14 febbraio 2021 ad oggi sono caduti 1547.6 mm rispetto ai 1873.2 mm della media attesa: l’82.6%. Nell’ultimo anno (14 febbraio 2022-oggi) ancora peggio, caduti 751.2 mm invece dei 936.6 medi attesi: l’80,2%. Sul sud/est Trentino però il deficit è più pesante e vede solo il 65% dell’acqua caduta!

Al tempo non si comanda ma a quello che in terra manda il cielo però si. 

Grazie alle nuove tecnologie possiamo davvero curare al meglio il bene più prezioso che abbiamo. L’essenza della vita stessa: l’acqua. 

Ampliare la rete dei bacini di accumulo sarà nei prossimi anni un atto sempre più necessario. E più che ad uso industriale come per l’innevamento programmato faccio riferimento a valorizzazioni sostanziali come quella agricola e potabile. Sulle quali, sarà fondamentale innestare una rete, fatta di interconnessioni tra zone e bacini per potersi soccorrere vicendevolmente. 

Il rischio è altrimenti di spingere sempre sugli stessi luoghi generando disparità di consumi, di trattamento e di assetto ecosistemico. Vedi l’annosa vicenda laghi di Serraia – Piazze – Val di Cembra. (nella foto di copertina le condizioni nelle quali versa il lago delle Piazze in queste giornate)

Per questo un serio programma di governo non potrà prescindere dal contemplare nel suo articolato, un piano di investimenti in queste infrastrutture. E un altrettanto progetto di valorizzazione e di reciproco rispetto tra le varie zone. 

Non si tratta di fare un semplice compitino al fine di poter dichiarare d’aver ottemperato alla norma europea sul rispetto del DeflussoMinimoVitale. È qualcosa di più profondo, responsabile e pregno di competenza. E di investimenti. 

PNRR: il Trentino doveva proporre di più

Siamo stati assai critici sulle occasioni mancate dalla Provincia per quanto riguarda i tavoli romani dove si è discusso dei finanziamenti del PNRR in campo irriguo. E così, alla nostra Provincia è arrivato davvero poco. Ed ora si fa fatica ad intravedere una precisa volontà di questo governo di stressare il proprio bilancio provinciale per queste opere. E se ne comprendono (ma non approvano) le ragioni. Sono opere che costano molta fatica ed ingenti investimenti ma di consenso spiccio ne danno assai poco. 

Organizzare le azioni amministrative è un duro lavoro che offre poco lustro sui social e anche se rimane parcheggiato per un’intera legislatura non succede proprio niente. O no?