Oggi scrivo di chi scrive.

Da Michele Dallapiccola

In particolare, di politica sulla carta stampata. Lo specifico perché anche in Trentino ci sono diversi quotidiani di informazione, con alcuni che invece viaggiano esclusivamente sul web.

Anzi, le prestazioni di questi marcano traguardi assolutamente incomparabili con quelle del classico “foglio” specialmente per visualizzazioni e diffusione.In effetti, la carta stampata arranca. I dati la danno in continuo ribasso osservando soprattutto il numero di copie vendute.

Ad onor del vero, un piccolo sussulto al settore sembrava averlo offerto l’apertura di un quarto giallissimo quotidiano cartaceo. E a quanto pare l’obiettivo di offrire grande pluralità di informazione è stato raggiunto. La concorrenza spietata tra imprenditori locali e altoatesini si è concretizzata a suon di tabloid. Sì è così generata una spasmodica ricerca dell’informazione più dettagliata e precoce possibile. Tra l’altro, su quest’ultimo aspetto la battaglia con l’on line è persa in partenza. Su quel terreno ad esempio, il Giallo del web è imbattibile.

Sulla notizia in sé e sulle novità invece è tutta un’altra faccenda. E’ forse per questo che da parte dei vari giornalisti si percepisce la spasmodica necessità di spaccare il capello in quattro di ogni avvenimento. Cercano di ricavarne il maggior numero di notizie possibili e il lettore ne beneficia. E in quanto tale anche al politico. Questo però la vive con favore fin quando, a finire sotto le forche caudine della vivisezione giornalistica siano le altre forze politiche. Si badi bene, senza farne una malattia in caso contrario. Per noi politici infatti, accettare critica e informazione è un dovere. Anche quella soggettivamente percepita come negativa.

Il problema diventa oggettivo quando i pezzi pubblicati dai vari professionisti della comunicazione si infarciscono di aggettivi negativi, di giudizio ed impressioni che nulla hanno a che vedere con la notizia in sé. Peggio ancora quando sanno di parzialità. Quando però la distorsione di fatti sconfina pedissequamente oltre il rigore di cronaca indirizzata dalla linea editoriale, propria di ogni quotidiano, la notizia diventa propaganda politica per l’una o per l’atra parte. Storie vecchie come il mondo, sempre attuali sempre egualmente spiacevoli.

La mosca al naso che tento di scacciare in questo breve pensiero la racconto a scanso di equivoci. Riguarda un episodio politico di quest’ultimo periodo.

In questi giorni, dopo mesi di valutazioni ed ipotesi, l’Alleanza Democratica Autonomista, ha espresso la sua precisa volontà di chiudere su una proposta unitaria di candidato Presidente. Lo sta facendo alla luce di un dibattito interno molto acceso.

Concordo sul fatto che i non addetti ai lavori possano poco comprendere le ragioni della prolissità di quella discussione. In realtà tutto è dovuto al fatto che la democrazia in sé ammette e favorisce diverse correnti di pensiero. Così, trovare sintesi diventa più difficile. Il premio per questo tortuoso percorso però è una più diffusa rappresentatività in termini di proposta politica. Questo per quanto ci riguarda. Per rispetto verso gli elettori e i potenziali candidati, entro la prossima settimana definiremo il Candidato presidente. Ormai ci siamo.

Ma se Atene piange, Sparta non ride di certo. Il duello Fugatti – Gerosa, con la questione bollente da gestire a causa della presenza nell’alleanza di Fdi per gli autonomisti identitari, è uno spettacolo ancora tutto da rappresentare.

C’è da chiedersi, leggendo il tono di certi resoconti giornalistici di questi giorni, se anche quella trattativa diventerà merce ghiotta per giornalisti dal sarcasmo facile. O più semplicemente, la loro millantata professionalità franerà sotto i colpi d’una linea editoriale sempre molto più indulgente verso la destra rispetto alla nostra controparte?