I continui annunci della provincia di imminenti opere pubbliche fanno ormai parte del nostro quotidiano.
Eppure, le dichiarazioni di un paio di sindaci sulla stampa di queste ore, non vanno nella stessa direzione.A dir poco trionfali quelle che arrivano dalla Val di Ledro, piuttosto prudenti invece, le pur positive considerazioni riguardo al finanziamento della strada Bersone – Daone. Quattro milioni di € lì, quaranta dall’altra parte.
Ma la prosopopea della politica non si ferma qui. Di promessa in promessa questa Lega di fine legislatura sta sfoderando un Piano Opere Stradali da un miliardo e passa di euro.
Da dove vengono tutti questi soldi?
Proviamo a ragionare insieme. In fin dei conti, il Bilancio provinciale continua a basarsi sui suoi soliti nove decimi delle nostre tasse, pur pesantemente decurtati dai vari accordi di restituzione con lo Stato. Quindi non c’è nessuna magia. E Fugatti non ha certo trovato la macchina che stampa banconote.
In pratica, il finanziamento di queste opere avviene impegnando risorse sui bilanci del futuro. Si spalmano le rate di queste opere negli anni a venire. O se volete dirla un po’ volgarmente, si promettono opere oggi che verranno realizzate domani, pagandole coi fondi dei bilanci provinciali degli anni a venire.
Avete capito bene, della quasi totalità delle cose annunciate entro la fine della legislatura, si leggeranno sottano annunci e comunicati stampa. Di molte opere non c’è nemmeno lo straccio di un progetto.
Tranne che per l’ospedale di Cavalese, tutto frutto di una vicenda dove pubblico e privato si mescolano in piena legittimità normativa ma in assoluto cattivo gusto politico amministrativo.
Quanto sono credibili allora tutte le promesse di lavori pubblici?
Per quanto il mio parere possa sembrare viziato dalla posizione di consigliere di minoranza vorrei ricordare un illustre esempio del recente passato. Ne sanno qualcosa gli abitanti del Tesino e la “loro” variante di Strigno. Guarda a caso, per una inquietante analogia valeva la stessa cifra della galleria di Ledro: 40 milioni di €. Ebbene per promessa (va detto in totale buonafede) di un uscente assessore ai lavori pubblici di allora, il finanziamento dell’opera attivato nell’estate del 2008, vegetò nei bilanci della provincia per più di un quinquennio. Venne definitivamente ucciso dalla spending review Nazionale.
Ci fu infatti un momento in cui lo Stato obbligò la Provincia a contenere le spese. Un fatto che da allora ingessa il bilancio provinciale nonostante il Patto di Milano del 2009 e successivi accordi Stato Provincia siano tuttora in fase di continuo rimaneggiamento.
Nel frattempo, anche la nostra Provincia ha potuto beneficiare dei Fondi del PNRR, come sappiamo di origine comunitaria. Questa fortunata condizione amministrativa, ha in gran parte favorito l’accantonamento di consistenti somme di origine provinciale. Si trovano allocate nei capitoli riservati al bilancio pluriennale. In pratica parliamo di impegni futuri che finanzieranno le varie opere, anche in maniera piuttosto consistente, in varie annualità.
È la parte meno divulgata del “busillis” che ha permesso alla Lega di sembrare così prodiga ed ingegnosa nel reperire importanti risorse, necessarie a render meno incredibili le promesse fatte. Intanto, la parte meno disincantata della comunità trentina si interroga.
I veri nodi devono ancora venire al pettine
A far specie è la disponibilità di milioni come noccioline quando si tratta di realizzare rotatorie e varianti. Per contro, trovare i fondi necessari ad offrire una sanità pubblica di qualità o un sistema scolastico all’avanguardia che sappia dialogare soprattutto con il nord, sembra qualcosa di ancora troppo lontano. La risposta, purtroppo è semplice. Una rotatoria o una variante promessa in più, in fondo non sono altro che segni sulla carta. E alcuni impegni finanziari sono per altro già consolidati. Per quelli che mancano all’appello ma anche sulla decisione finale di utilizzo di quelli già impegnati, si rimetterà tutto nelle mani del Presidente che governerà il Trentino a partire dal prossimo autunno. Dopo le elezioni, dovrà considerare le condizioni dell’attuale crisi economica sanitaria e sociale. Se perdureranno, quale potrà essere quel Presidente che sacrifica cifre così ingenti per risolvere, ad esempio, i problemi del traffico stradale rispetto a questioni sociali più rilevanti?
C’è una scala di priorità che solo il futuro e le corrispondenti disponibilità economiche, potranno rivelare. Ecco perché tra i Sindaci di Ledro e Daone, sarà facile profeta chi apprezzerà la prudenza della seconda.La prova? Questa ridondanza di annunci di opere pubbliche quando in Trentino non si vede l’ombra di una ruspa che non sia stata prenotata dalla precedente amministrazione provinciale.
L’ingenuità di vivere vane aspettative dipende solo da noi. Perché il periodo di campagna e di promesse elettorali si è già aperto, mi pare, nel peggiore dei modi.