Certo, non si può che condividere. Tutto quello che la lega va ripetendo in quest’ultimo periodo, riguardo al difficilissimo rapporto uomo/orso, piace alla maggioranza dei trentini. In giro, specialmente nelle valli, non senti praticamente più nessuno che non invochi la liberazione della nostra provincia da orsi e da lupi. E c’è da capirli.
O meglio, gli amanti di animali e natura da tanto silenziosi che sono, sembrano una sparutissima minoranza. Protestano i “taliani” gli estranei, i “foresti”.
Tutto più chiaro e tutto comprensibile.
Se si frequentano le periferie il messaggio è chiaro! La gente ha paura a girare nei boschi. E nessuno può dar loro torto, visto ciò che è successo.
A sto punto alla lega la strada politica da seguire potrebbe sembrare facile. Dopo quattro anni di assoluto silenzio e manifesta inefficienza, unirsi alle proteste (anzi alimentarle) potrebbe sembrare la strada migliore anche per loro! Del resto un nemico comune c’è. La brutta Italia e i suoi governanti incapaci di capire le nostre ragioni.
Peccato che al governo ci sia proprio la lega, sia qui che a Roma. E quanta pazienza abbiano i trentini di sentirsi raccontare panzane è difficile da quantificare.
Questo perché, un conto è ripetere ciò che vogliono sentirsi dire i trentini, un conto è operare nell’interesse e nella sicurezza delle persone, mentre qui e a Roma decidono cosa fare. Per altro qui, una legge da attuare ci sarebbe: la 9 del 2018. Solo che per applicarla ci vorrebbero il coraggio e la determinazione che in questi 4 anni, (da quando la corte costituzionale l’ha dichiarata ammissibile) non ci sono stati.
C’è un altro aspetto non del tutto trascurabile.
Questa gestione della Fauna locale, così roboante dal punto di vista mediatico, pare aver infastidito la destra nazionale.
Lì, da Roma, lontani dai pericoli, è facile essere animalisti anche se si è di destra. L’ex ministra Brambilla, la pasionaria degli animali non è affatto sola, neanche dentro alla lega. Riprova, ne sia, il tombale silenzio di Salvini su questa vicenda. Dice di essere tanto legato al Trentino e alla Rendena ma su questa vicenda non ha aperto il becco manco per un tweet!
Proprio perché, pare siano proprio tanti, i leghisti che rifiutano l’etichetta di anti orso sanguinari che Fugatti porta loro in casa. Ed è lo stesso loro rappresentante che, affamato di consensi locali, pur di compiacere i trentini insieme alla sua degna assessora, è andato in rete nazionale sulla “tivvù” a dar dei pirla a tutti. Anche per questo, la morte di M62 accertata ieri, vista la sua condizione di animale ricercato, potrebbe risultare ulteriore fonte di sospetti e accuse incrociate.
E questa potrebbe rappresentare anche la motivazione dei “Fratelli” per assestare la spallata finale alla lega del Trentino. Dal livello romano, questa di Trento, potrebbe forse essere l’unica candidatura pretendibile a Presidente di provincia/regione del nord. Quassù, nella parte alta dello stivale, la Meloni ha investito tanto surclassando ovunque la lega, ottenendo molti parlamentari ma pochi amministratori locali. Finora.
Insomma, potrebbe essere per lei la volta buona. E parrebbe andar bene persino al Patt. Ma con questo, ho proprio detto tutto.