Non si risolve un problema con lo stesso pensiero usato per crearlo. (cit. Einstein)
E’ una citazione che si addice allo spirito delle sette proposte fatte pervenire alla Giunta provinciale in questa ultima seduta di Consiglio. Si tratta di migliorie da apportare all’attuale modalità di gestione della presenza dei grandi carnivori sul territorio provinciale.
Sono sette indirizzi politici che cercano di intervenire sulla gestione dei grandi carnivori di qui in poi. La stessa gestione che insieme alle amministrazioni del passato con una propria forte impronta, ha contribuito a determinare questa situazione.
Lo stesso Presidente, nel suo lungo intervento in Aula, ha parlato di una serie di colpe, di responsabilità, di azioni che non avrebbe potuto intraprendere. Ed in effetti a nostro personale giudizio si è trattato di un lungo discorso lungo un’ora e venti formato da una serie di excusatio non petita, senza uno straccio di proposta. O di impegno.
A parte continuare a dire che ne vanno spostati 70.
E con questa parentesi, ne approfittiamo per ricordarvi che per farlo ci vorrebbero settanta ordinanze alle quali seguirebbero (almeno) 70 ricorsi e settanta relativi percorsi giudiziari.
Eppure, siamo convinti che ai trentini questa proposta piace. Seduce, affascina per la sua semplicità: metà orsi, metà problemi. Quindi nessuno si sogna di dire che non sarebbe interessante. Ma quanto è realistica? Quanto è fattibile? Quanto sarebbe davvero utile? Da qui il senso delle sette risoluzioni, non certo esaustive delle azioni da intraprendere. Sentiamo però il bisogno di offrire aiuto al governo provinciale. Siamo convinti che è necessario intervenire subito con un implemento per la sicurezza per le persone.
Invece, fin dall’inizio del suo mandato Fugatti ha dato l’impressione di voler procedere da solo, almeno fino ad ora. Lo ha fatto in tivù, gridando al lupo, all’orso, insultando l’Italia che ci osserva e si interroga (spesso a sproposito).
E si badi bene, il Presidente riceve tutta la nostra solidarietà quando si deve difendere dagli attacchi della componente estremista animalista e non solo. Gli atteggiamenti ideologici, specie quelli violenti vanno respinti sempre.
Il problema è stato il tono di risposta alle provocazioni assolutamente non istituzionali. Possiamo capirli ma non giustificarli. Infatti, nel tentativo di stringere intorno a sé il consenso dei trentini, raggiunto sicuramente e con grande facilità con le proposte estreme di cui sopra, la giunta provinciale ha finito con il far arrabbiare un sacco di persone specialmente non trentine. Stimolando da parte loro l’adire alle vie legali.
Il riverbero mediatico anche locale, ha tuttavia contribuito a generare un diffuso clima di paura nelle persone. Tra l’altro assolutamente legittimo e comprensibile.
Il fatto è che questo esecutivo, come unica soluzione, propone una rimozione di massa. Quante persone ci credono davvero? Quante persone credono che questo progetto sia realizzabile in tempi compatibili con l’esigenza di sicurezza necessaria subito? Senza contare che le nostre proposte non escludono certo che il governo provinciale tenti comunque questa impresa.
Allora, l’improvvisa disponibilità della giunta a dialogare in queste ore con la minoranza, assume un nuovo aspetto. Ora, e soltanto ora, Fugatti propone al Consiglio una mozione a suo sostegno. Lo fa adesso, dopo settimane di comparse in dibattiti televisivi assolutamente sopra le righe con un palmares di ricorsi, denunce e querele visto poche volte in passato.
In questa fase di crisi, a discussione in fase di chiusura, la giunta arriva a chiedere aiuto. Tende la mano provocando una netta impressione. Non sarà mai che chiede questo perché si sente “braccata”? E un sostegno bipartisan specialmente in sede legale in fase di difesa, quanto le potrebbe far comodo?
Noi ci siamo, ma il Governo provinciale ci deve ascoltare. E le nostre mozioni per tutta risposta le ha praticante bocciate tutte.