Autonomisti alla deriva? L’alternativa c’è!

Da Michele Dallapiccola

Col suo salto a destra, il Patt cambia DNA. L’operazione sembra riuscita ma ora, la morte del paziente, come nel famoso detto inglese, è un rischio elevatissimo.

Il malato in metafora è il vecchio caro partito autonomista. Quello che fu indipendente, autorevole e dignitoso. Quello che nell’ultimo suo parlamentino di lunedì si presentava spoglio di queste sue caratteristiche. Perché per saltare da una parte all’altra dell’arco istituzionale bisogna – a mio modesto avviso – dimenticarsi la dignità.

Destra o sinistra non sono la stessa cosa.

E l’altra sera Panizza ha trascinato tutti i suoi seguaci da una parte all’altra del Parlamento trentino sposando la collaborazione con la lega attraverso un patto col suo premier.

Si tratta di quel Fugatti che incarna la più pura espressione statalista della lega moderna. Non quella della prima ora, quella federale del Bossi “senatur”. Piuttosto quella del Salvini nazionale il cui nome occupa sfacciatamente anche il loro simbolo trentino. Ed è la stessa forza politica che ha stretto Alleanza con gli eredi di Almirante. Con quella Meloni dall’abito candido soltanto quando si tratta di andare a trovare il Papa.

Ma intanto l’altra sera gli Autonomisti resilienti hanno deciso di accomodarsi in prima fila. Lo hanno fatto su un veicolo, il Patt “model year ‘23”, completamente rivisitato rispetto al modello 2018 e a tutte le versioni dei precedenti vent’anni.

Ironia vuole che dopo aver cacciato Kaswalder a causa dei suoi intrallazzi con la lega, il partito non è finito soltanto a dargli ragione ma lo ha pure raggiunto! Lo ha riabbracciato e gli ha pure chiesto perdono. Anzi, visto che era in clima di riappacificazione ne ha riservato una dose anche a chi lo considerava sottoscala della propria giunta. Per non farsi mancare niente insomma, l’inamovibile Presidente degli Autonomisti ha optato anche per l’ibridazione con i popolari di Grisenti. L’altra sera è stata presentata, votata e trangugiata. Cotta e mangiata insomma.

Così adesso, gli autonomisti si troveranno a tirare la volata al rappresentante di Progetto Trentino in Consiglio provinciale. Una figura che il cambio di posizione nell’arco costituzionale lo ha già affrontato nel 2018.

Kaswalder e Tonina, saranno dunque le due figure che pur a fine vita lavorativa, il partito valorizzerà per colmare il vuoto lasciato dall’abbandono del suo gruppo consiliare di 3 consiglieri su 4.

Da segnalare che due di questi, da sempre rimasti leali al centrosinistra proseguiranno il loro impegno in politica offrendo la loro esperienza e il sostegno della loro squadra all’Alleanza democratica per l’Autonomia .Ora attendiamo tutti con curiosità che il percorso di definizione delle alleanze a destra si completi.

Con o senza Fratelli d’Italia?

Gli autonomisti ne hanno il terrore e negano. I fan della vittoria a qualunque costo auspicano un ripensamento di Fugatti e la conseguente riappacificazione con un tuonante Urzì. Comunque vada quegli autonomisti che non volevano diventare la stampella di nessuno si troveranno a interpretarla almeno per la lega, anche nella migliore delle ipotesi. Oppure potrebbero finire schiacciati tra una corsa con Fratelli d’Italia o un viaggio in solitaria e quindi in minoranza certa.

Da tutta questa confusione il nostro movimento, Casa autonomia.eu, è fuori da un pezzo. Il nostro gruppo civico autonomista, popolare, progressista è aperto. Con un certo orgoglio, possiamo dire che la maggior parte dei quasi ormai nostri 300 iscritti non è formata soltanto da ex-Patt ma anche da persone nuove che credono nell’impegno civico. Insieme a molti ex autonomisti ormai militanti con noi.

La squadra è accogliente e di buon grado offrirà casa e sicuro rifugio a tutti coloro che stanno scappando da questo sconquasso politico.