Vince Fugatti, viva Fugatti?

Da Michele Dallapiccola

Dopo tanti anni di frequentazione, è forse la prima volta che mi congratulo di qualcosa con la persona che è stata riconfermata al suo secondo mandato alla guida della Provincia Autonoma di Trento: Maurizio Fugatti

Intendiamoci, i complimenti per la sua vittoria non arrivano certo perchè io gli riconosca particolari capacità amministrative. La cui qualità è certificata dal poco o nulla di fatto di questi suoi ultimi cinque anni di governo. Penso che questo sia sotto gli occhi di tutti: sanità, gestione grandi carnivori, nuovi appalti, tutti ambiti di azione politica gestiti, diciamola tutta, a “modo loro”.

A ben vedere però il successo è arrivato lo stesso. Bravo!

I perché del successo politico di Fugatti

La congiunzione astrale favorevole di condizioni concatenate in maniera più che fausta, più che sulla squadra, si è a parer mio concentrata soprattutto sul premier del Carroccio in salsa locale.

A questo Presidente va riconosciuta una capacità politica di stare sulla scena davvero formidabile. Il suo modo sornione è tutto impostato sul comunicato “fake”, sul colpo teatrale, sulla notizia vera o altro, che sia. Basta che sia data. Da cinque anni siamo inondati di conferenze stampa spesso rivelate portatrici più di intenzioni che di reali atti amministrativi. Ma alla gente è piaciuto lo stesso. Andava bene compiacersi, illudersi, credere e sperare.

Tra l’altro l’aviense politico utilizza un modo originale di comunicare, fatto di sbavature e lessicali, atteggiamenti dialettici e comportamentali talora dozzinali con un uso frequente del dialetto. La percezione dei più, è quella di una figura rassicurante. 

Il secondo elemento favorente la riconferma, è stato senza dubbio l’avere il vento in poppa della politica nazionale. Di questo ne ha beneficiato una sua squadra piuttosto litigiosa. Probabilmente tale anche a causa dell’ingresso di elementi che hanno approfittato dello stesso motivo portando nella compagine di Fugatti personalità ed individualismi molto marcati. Allearsi coi vincenti a costo di abdicare da una propria etica (chissà se presente?) sta diventando un vero sport anche nella nostra Provincia. 

C’è un ulteriore elemento, il terzo rispetto al 2018. In questa tornata non ci sono stati soltanto personaggi politici ad aver cercato il loro Caronte.

Il salto della posizione occupata da almeno 5 precedenti legislature lo ha fatto anche un terzo di quello che fu un glorioso Partito storico. Il suo cambio di DNA, oltre ad aver annullato la presenza in consiglio dei suoi precedenti rappresentati, ha permesso a Fugatti di vincere in carrozza. (Con lo sberleffo di piazzare in consiglio gli archetipi dei peggiori dorotei).

Il quarto motivo di successo è legato alla qualità della proposta di alleanza Democratica Autonomista. Squadra, programma ma soprattutto tempistica e Candidato Presidente sono apparsi come forieri di scarso appeal.

Da qui la tempesta perfetta con un risultato particolarmente aggravato dal crescente astensionismo dilagante, anche qui come già accade su base nazionale: ecco il quinto e ultimo motivo.

 Ha senso ripartire col lavoro di opposizione?

 Assolutamente sì! A ben vedere Fugatti è stato acclamato dal 50% dello scarso sessanta degli aventi diritto al voto. Meno di uno su quattro. 

A noi politica di minoranza, il compito dunque di tutelare gli interessi e riaccendere la passione politica in quei tre quarti di popolazione trentina che hanno dimostrato che di Fugatti o non gliene importa un fico secco, o non lo avrebbero proprio voluto in piazza Dante per altri cinque anni. 

Pur conquistando due seggi CasaAutonomia.eu ha visto eleggere un solo consigliere nell’emiciclo provinciale. Il successo di Paola Demagri sarà così assistito dal volontariato e dai suoi rappresentanti territoriali (tra i quali ci sono anch’io).

Nei prossimi mesi torneremo nelle valli a tenere una serie di incontri ricognitivi e serate informative. Sarà bello ritrovarsi ancora ed offrire credibilità e speranza a quei tre quarti della popolazione trentina che a Fugatti non ha voluto dare il proprio sostegno.