TELERISCALDAMENTO A BIOMASSA, UN INVESTIMENTO PER IL TRENTINO.

Da Michele Dallapiccola

L’energia prodotta da biomasse, deriva dall’insieme dei prodotti organici vegetali e animali utilizzati a fini energetici.

Rappresenta una delle principali fonti di energia rinnovabile attualmente consumata nell’UE e in prospettiva, sarà sempre più rilevante.

Anche in Provincia di Trento, le biomasse rappresentano una quota significativa di consumi. Dopo l’energia idroelettrica sono la fonte rinnovabile più utilizzata. Il legno da foresta, inteso nei suoi più vari sottoprodotti (residui dalle operazioni di taglio, scarti di prima lavorazione, legna da ardere) è senza dubbio l’elemento principale.

I dati riportati nel PEAP (il rilievo più recente è del 2016) raccontano che il FER (fabbisogno energetico da energia rinnovabile) per il Trentino per l’energia elettrica è all’83%. Se il trasporto segna un misero 2%, almeno per il calore siamo al 24%. Un po’ poco se vogliamo confrontarci con le reti di teleriscaldamento presenti vicino a noi.

Per far capire questa differenza basti un semplice dato: in un territorio morfologicamente simile al nostro, come la Provincia Autonoma di Bolzano, ci sono 1023 km di rete mentre da noi solamente 197 km. Sempre dal PEAP si evince dunque che la media provinciale di FER è al 38,4%. Grazie alla disponibilità di biomassa locale, sarebbe aumentabile al 48.2 %. La valutazione approssimativa del costo per realizzare le relative infrastrutture, potrebbe aggirarsi sui 30 milioni di €. L’ approvvigionamento energetico locale, in linea con la tutela dell’ambiente, potrebbe inoltre creare reddito e occupazione.

La collega Paola Demagri ha voluto interrogare la Giunta per sapere a quanto ammonta il budget di spesa che la PAT intende inserire sui capitoli appositi per finanziare l’estensione delle reti di teleriscaldamento a biomassa, sia pubbliche che private, della nostra Provincia.

La risposta immediata della Giunta aveva fatto ben sperare. Portava a comprendere che fossero ben 20 i milioni di euro previsti per favorire l’estensione delle reti esistenti.

Ma già nella giornata successiva la stessa Giunta, per voce di un diverso assessore, ha affermato in termini perentori che lo stanziamento riguarderà essenzialmente contributi per l’acquisto di pannelli fotovoltaici per le imprese.

Ma allora, come saranno suddivise le risorse?

La Giunta intende o meno investire nell’estensione della rete del teleriscaldamento? Le cifre sul piatto sono irrisorie. Se si vuole carpire il consenso su argomenti rispetto ai quali c’è molta sensibilità è necessario crederci politicamente. Che in termini amministrativi significa stanziare fondi adeguati.

L’auspicio è quindi che la PAT scelga di investire sulle energie rinnovabili, dando un sostegno concreto ai privati che decidono di installare pannelli fotovoltaici e accumulatori di energia. Allo stesso tempo dovrebbe favorire l’estensione delle reti dei teleriscaldamenti esistenti. Il Trentino può davvero diventare una realtà esemplare nel campo della valorizzazione delle materie prime rinnovabili locali.

La metanizzazione invece, è molto più seducente dal punto di vista del consenso spiccio. Peccato che contraddica l’indirizzo che prevede la riduzione consumo di combustibili fossili. E come se non bastasse mette tutti sempre più nelle mani di guerre e Putin vari.