Il paesaggio, appartiene a ciascuno di noi. In virtù di chi sa coltivarne la cultura.

Da Michele Dallapiccola

Confesso che da Sindaco ebbi a che fare con parecchi grattacapi. La gestione di un disordinatissimo piano regolatore comunale però, fu quella che più provocò al sottoscritto qualche bella notte insonne. Per questo ho sempre provato profonda ammirazione verso chi era riuscito a fare meglio.

Ho girato tanto il Trentino. Penso di conoscerlo abbastanza bene da potermi permettere di dire che da questo punto di vista, la Val di Non è il luogo che mi piace di più. E’ la vallata che meglio è riuscita a mantenere più ordine nel suo territorio. (per la medaglia nera ognuno faccia un po’ di mente locale a casa propria. Io un’idea precisa ce l’ho…).

Lassù, nei declivi plasmati dalle acque del Noce, i paesi e le abitazioni, in generale sono ordinatamente separati dalla campagna. Rarissimi, sono i masi e le case sparse. Diffusissime nel resto del Trentino. Zone artigianali, industriali ed aree verdi, sono qui meglio distinte dalle zone abitate che in altri luoghi. 

Il fatto poi che ci sia maggiore bisogno di compatibilizzare le attività agricole di prossimità con le abitazioni, è un argomento del quale c’è ancora molto da discutere e nel quale in questo breve pensiero non voglio addentrarmi. 

Il valore del nostro paesaggio lo si apprezza ancor di più se si valuta in senso semantico. Va inteso come l’effetto del rapporto tra le attività umane e l’ambiente naturale; espressione dei principi della sostenibilità; dove ogni azione deve poter valere per sempre e per tutti; dove il consumo, lo spreco e il depauperamento non sono ammessi. 

Due facce di una stessa medaglia. 

In Trentino il governo del territorio è gestito da un complesso sistema di norme delle quali si sono dotati gli enti locali e la PAT. Ogni livello istituzionale ha le proprie regole, piani e commissioni urbanistiche, deputate al controllo e al mantenimento di questo ordine. Ciò avviene attraverso i tecnici incaricati, commissari vari e dipendenti in carico alla pubblica amministrazione. A loro vanno riconosciuti importanti meriti. Piaccia o meno, se il Trentino di oggi è così come lo conosciamo dipende certo dalla politica ma anche da chi ne ha fatto applicare i provvedimenti deliberati.

Di diverso appeal è  lo strumento che queste persone devono maneggiare: la burocrazia di ambito edilizio ed urbanistico. Ma anche in questo caso invito tutti ad un supplemento di riflessione. Che l’eccesso possa risultare tossico, infatti, non ci piove! Oltre ad aver avvelenato la vita a molti di noi, però, qualche merito può averlo avuto. 

Pensateci bene: se non ci fossero state tutte queste regole, siamo sicuri che il Trentino di oggi sarebbe cosi come lo conosciamo? Ci danno fastidio tutti questi legacci normativi, quando siamo noi ad edificare sulla nostra proprietà. Ma quanto sono benedette quelle stesse regole quando troviamo un vicino invadente o irrispettoso di codici e confini?

In quest’ottica, tutta questa libertà nel poter installare pannelli fotovoltaici sempre, comunque ed ovunque, ad esempio, preoccupa non poco. La sburocratizzazione voluta da questa maggioranza seduce gli impenitenti del risparmio energetico ma siamo davvero sicuri che piacerà davvero a tutti?

La preoccupazione viene dai tecnici. Che hanno pure ragione!

Quando vedremo deturpato qualche edificio storico, quando il nostro vicino di casa installerà nel suo giardino dei pannelli senza colpo ferire e oscurando la nostra visuale? Quando l’effetto specchio dei pannelli del vicino irradierà di sole l’interno del nostro appartamento, quando strade, cave ed altri luoghi saranno abbelliti da questi ecologici-ssimi orpelli? Metri e metri quadrati di silicio cinese, alternativamente energetico, posto con ogni libertà possibile ad imperitura memoria di chi delle leggi urbanistiche, di 50 anni di autonomia e di autogoverno, se n’è fatto un bel baffo?

Andrà tutto bene, probabilmente. Almeno fino a quando un qualche impertinente, invadente maleducato vicino di casa installerà un muro di pannelli fotovoltaici sul confine del giardinetto di uno di questi incauti legislatori.