Michele Dallapiccola
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MCA.eu VS Patt: una sfida che non c’è. 

Da Michele Dallapiccola 19 Febbraio 2025

Anche al più disattento lettore di cronaca politica locale, non son certo sfuggite recenti e continue scaramucce – fortunatamente soltanto giornalistiche – tra Patt ed Mca.eu. Pur consapevoli che queste possano aver tediato più di un appassionato alla politica, vorremmo loro offrire un’ultima breve riflessione. Per rimarcare che a noi di MCA.eu, del PATT, piacerebbe smettere di parlarne. 

Non avvertiamo nessun spirito di competizione principalmente perché non siamo una copia (magari brutta come vorrebbero dipingerci) dello storico partito. Non siamo nemmeno un manipolo di resilienti, né un concorrente politico. Siamo innanzitutto un Movimento, una Lista Civica formata da un gruppo di persone dotate di coscienza politica convinta che non può esistere autonomia a fianco di statalismo e populismo.

Infatti, il nostro Movimento vede nella solidarietà, nell’attenzione al territorio ma soprattutto nei ragionamenti liberi da vincoli di potere – anche romano – i veri elementi distintivi dagli “altri” autonomisti. Quelli che ora, su nomina (anche senza il giudizio del voto popolare) di Fugatti, siedono in Giunta provinciale a braccetto di Lega e FdI. E anche questa è una condizione che produce una non piccola differenza tra noi. Quanto è difficile criticare e condizionare un governatore che ti ha nominato? 

Pur conscio di sedere in minoranza invece, il nostro Movimento sente e valorizza la possibilità di proporre, criticare ed esprimere giudizi sull’operato del governo provinciale. Un esempio? In Consiglio Provinciale si discuteva sulla Valdastico e la nostra Consigliera eletta si batteva attraverso uno strenuo ostruzionismo per salvare i territori da questa devastante opera. Intanto l’assessore-segretario delle stelle alpine si assentava dall’Aula come fanno gli studenti impreparati alle interrogazioni al liceo. Insomma anziché discutere su un suo storico cavallo di battaglia politico pensava bene di trascorrere qualche bella giornata in… “marina”

Ancora: nei due schieramenti c’è un differente rispetto dei ruoli. In MCA.eu Segretario e Presidente occupano e si esprimono con rispetto e chiarezza di compiti. Nel PATT invece, nonostante ci siano degli organi esecutivi regolarmente eletti, le trattative politiche e i rapporti con le altre forze li continua a gestire il presidente onorario. 

Per quanto riguarda le differenze di consenso alle elezioni provinciali va considerato che il loro risicato 8% dell’ottobre ‘23 derivò dalla fusione con altre due forze politiche. Gestite oltretutto, da una parte da un ex espulso dal partito e dall’altra da un ex amministratore che ai tempi del proprio splendore operativo definiva il patt come sottoscala della giunta. 

Così, la fusione di pezzi di corpi politici alla quale potrebbe presto aggiungersi anche il movimento destroide di Gottardi sta diventando un’operazione che trova metafora soltanto nella letteratura gotica. Una fusione di pezzi di partiti come quella narrata, del professor Frankenstein: brani di corpi umani saldati dalla forza di un fulmine. Colpiti, gli danno vita e da quel momento il claudicante omone del racconto vaga nella notte, incompreso da una folla che lo insegue. Segna il passo, incede a fatica in questa sua nuova forma. Ondeggia. 

Come questo nuovo patt, assente dal dibattito politico locale, su accoglienza, sicurezza di città e paesi, rinnovo concessione A22 o legge elettorale. E come non citare la scarsissima partecipazione al recente suo Congresso. Nulla a che vedere con le grandi riunioni autonomiste del passato. Le 1200 persone presenti al Pala Rotary per Rossi nel 2012 sono un lontano ricordo. 

Adesso tra i delusi c’è chi racconta dell’esistenza di una sorta di ala sociale del patt. Un patt di sinistra che in fondo finirebbe per diventare un ulteriore insignificante pezzo di quel Frankenstein politico nel quale si è ridotto il partito. Un Frankenstein che continuerebbe comunque a collaborare anche con lega e fdi. Ma non solo. Pare proprio che questo nuovo soggettone autonomista (?) a Trento finirà per far candidare i tesserati anche nelle schiere di Ianeselli. Vedi mai che vinto a Trento nel ‘28, il bravo Sindaco vinca poi anche in Provincia. Meglio stargli vicino.

Invece, Casa autonomia.eu è una lista civica fatta di persone leali agli stessi valori e alla stessa Coalizione da sempre. Non ha l’ambizione di scrivere il futuro del Trentino permanendo nei secoli della politica. Vorremmo piuttosto di dare una mano adesso ad una compagine di persone positive che in questa contingenza di populismo e statalismo anti autonomista vogliono bene più al Trentino che alle poltrone. Nell’alveo dell’Alleanza Democratica Autonomista proseguirà dunque nella misura in cui ci saranno persone disposte a portare avanti queste idee. Indipendentemente da simbolismi e aspetti legati al nome del contenitore. 

Che in altri casi pur di provare a sopravvivere, come Frankenstein, aveva l’aspetto di un uomo ma uomo non era. 

19 Febbraio 2025 0 Commenti
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Convincenti!

Da Michele Dallapiccola 30 Gennaio 2025

Anche a Civezzano “l’Operazione Ascolto” è stata un successo. Un gruppo di cittadini coordinati da Paolo Betti, storico medico farmacista della comunità di Civezzano ha voluto incontrare i propri compaesani. 

A suo corollario, sedevano un paio di gruppi politici comunali di interessante provenienza. 

Quello di Paolo Zordan si presentava con una rinnovatissima compagine in prosecuzione al lavoro svolto nella lista “Uniti per Civezzano”. Per loro impegno, con una composizione tutta civica, lontana dalla politica nazionale e provinciale. 

Al numeroso pubblico intervenuto si è però rivelata una ulteriore felice novità.  

Un gruppo di persone facenti riferimento all’attuale maggioranza, coordinate da Antonella Zucchelli,  Presidente del Consiglio Comunale, hanno voluto interpretare l’insoddisfazione dei propri risultati amministrativi raggiunti. Il tanto impegno profuso durante questo mandato non ha restituito i risultati sperati. 

La disponibilità di Paolo Betti, li ha dunque convinti a formulare una proposta amministrativa nuova da sottoporre alla popolazione di Civezzano per il prossimo 4 maggio. Mettersi in discussione è un pregio del quale la moderna società non va particolarmente greve. 

Ed è questo l’aspetto che più mi è piaciuto in questo nuovo modo di presentarsi. 

La popolazione ha dimostrato di apprezzare al punto che, nel corso delle 4 serate tenute nelle scorse settimane, si sono contate oltre 250 presenze.  Qui sotto quella di Torchio e Sant’Agnese. In copertina Civezzano.

Qualche piccola contestazione, ha ravvivato la serata di Bosco, in particolare. Veniva da alcuni rappresentanti dell’attuale maggioranza, che messi alle strette su questioni pratiche si sono riscoperti nel ruolo di contestatori a voce alta dal fondo della sala. Pronti ad interrompere a più riprese chi in quel momento raccontava proprie impressioni a loro non gradevoli. 

Per il resto direi bene! Tante idee, tante critiche, tanti problemi da sempre irrisolti. Faranno parte di un programma, condiviso, sentito. Rispetto al quale ci sarà tutta la disponibilità ad agire qualora eletti.

Li ho trovati convincenti anch’io. E sono per me stati di grande aiuto. La lista con la quale ho collaborato per anni ha perso un po ‘del suo spirito nonostante, lì dentro, alcuni elementi abbiamo davvero dato tanto. E meritano un plauso. 

E’ mancato coordinamento? Forse. Sicuramente ascolto e vita di paese, quella vera e non solo quella delle manifestazioni. 

E poi, qui, ci sta una nota politica tutta personale. Il Patt, a Civezzano, il mio ex partito, è tutto lì con l’attuale Sindaca, con le sue contraddizioni e le sue storture. Legato al territorio dove gli fa comodo e alla lega e alla Meloni dove gli serve ancor di più. Al punto che oggi, il suo Segretario o meglio sarebbe dire vice di Panizza, si sforzava di precisare sulla stampa che non si sente una bandiera al vento della politica. Ipse dixit! 

E’ pur vero che anche con l’amministrazione uscente le liste che si presenteranno saranno probabilmente civiche. Ma è altrettanto vero che l’anima politica uno, la porta con sé ovunque vada. E, a quella nera del Patt di questi tempi, io preferisco star lontano. 

Tante cose, insomma. Alcune oggettive ed altre personali che mi portano a dire sì a questa novità per la politica municipale. Ci sarò anch’io nel mio piccolo personalissimo sostegno elettorale.

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Eczema facciale in una Shuffolk. Cos’è successo?

Da Michele Dallapiccola 8 Gennaio 2025

Uno dei casi più interessanti del 2024 l’ho incontrato questa scorsa estate. Sono stato chiamato a visitare una povera pecora Suffolk, afflitta da un grave eczema facciale. L’animale era tenuto al pascolo controllato in Alta Valsugana.

Precedentemente curata senza successo per sospetta parassitosi, manifestava lesioni che piuttosto facevano pensare a tutt’altro. L’assenza di ispessimento della cute escludeva infatti acariasi mentre la simmetria delle lesioni e la loro localizzazione in zone non coperte da lana era assolutamente compatibile con una forma di eczema da fotosensibilizzazione. Inizialmente, ho immaginato fosse provocata da qualche sostanza assunta da piante tossiche sul pascolo, aggravata da una sopravvenuta piodermite. Così, in un primo tentativo terapeutico abbiamo provato ad applicare crema ad alta protezione solare sulle lesioni e somministrato antibiotico ad ampio spettro per via generale. La risposta è stata troppo blanda.

Allora, alla cieca abbiamo somministrato epatoprotettori, zinco e selenio. In seguito, la cute è stata protetta con alcune applicazioni di zolfo. Abbiamo anche effettuato una biopsia inviata poi ad esame istologico.

Questo ci ha finalmente indirizzato ad una diagnosi – ancorché ex adiuvantibus – di elevatissima compatibilità con un’intossicazione da sporidesmina.  Infatti l’animale ha manifestato una rapida remissione dei sintomi.

Si tratta di una tossina prodotta da alcuni funghi del genere Pithomyces, in particolare Pithomyces chartarum. Questo fungo cresce principalmente su vegetazione in decomposizione, come steli d’erba morti, ed è comune in climi umidi e caldi come in Nuova Zelanda. 

La sporidesmina è responsabile di una malattia nota come fotosensibilizzazione epatogena o “facial eczema” nelle pecore ma anche nei bovini. Danneggia il fegato e le vie biliari degli animali che la ingeriscono.

A sua volta il danno epatico impedisce l’eliminazione della ficoeritrina, un prodotto derivato dalla degradazione della clorofilla, che si accumula nel sangue. Da qui, la ficoeritrina si deposita nella pelle, viene attivata dalla luce solare e causa gravi lesioni cutanee e infiammazioni, soprattutto in aree non pigmentate o scarsamente coperte da pelo. Qui si formano lesioni cutanee dolorose, quindi soprattutto sul muso (da cui il nome “facial eczema”).

Per limitare nuovi episodi, sarà ora importante ridurre l’esposizione degli animali a pascoli contaminati. Andrà tenuto conto che il sole può limitare la crescita del Pithomyces chartarum.

Sarà poi utile trattare periodicamente gli animali con dello zinco che protegge il fegato dagli effetti della sporidesmina.

8 Gennaio 2025 0 Commenti
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Causa misteriosa per un brutto trauma dal lieto fine.

Da Michele Dallapiccola 3 Ottobre 2024

Nel corso dell’estate ho avuto modo di affrontare un curioso intervento. Ero stato convocato a riparare chirurgicamente un trauma – apparentemente superficiale – alla regione del gomito di una manza grigia. A prima vista la ferita non sembrava particolarmente profonda.

Invece poi, un’ispezione più accurata aveva permesso di valutare lesioni nascoste.

La soluzione di continuo riguardava anche i piani sottoscapolari profondi. Un corpo contundente era entrato infatti nello spazio tra tra il gomito e il costato ed era salito in direzione ventro dorsale, per una profondità di almeno 30 cm.

Per praticare un migliore curetage si è ulteriormente aperta la cute al fine di poter pulire e quindi suturare anche il connettivo sottocutaneo abbondantemente lacerato.

Per qualche giorno è stato poi fissato un drenaggio ricomprendendo nella rima cutanea suturata.

Copertura antibiotica e riposo hanno fatto il resto.

La bovina ha sempre conservato un ottimo stato generale e a distanza di qualche settimana dall’intervento può considerarsi definitivamente guarita nonostante il permanere di una piccola fistola non dolorante e tendete a progressiva remissione spontanea.

3 Ottobre 2024 0 Commenti
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Larva migrans cutanea in una grigia alpina

Da Michele Dallapiccola 23 Settembre 2024

Tra i casi più interessanti che ho visto in quest’estate ricca di interventi clinici c’è stato questo delle foto sotto. Ero stato chiamato per una ferita non tendente alla guarigione spontanea. La bovina soffriva soprattutto perché della lesione ne approfittavano mosche e altri insetti fastidiosi.
Un discoide duro dall’aspetto simile ad un hamburger albergava in realtà sotto la zona ulcerata. La rimozione chirurgica è stata piuttosto complessa perché il tentativo di salvare la maggior quantità di cute possibile non andava d’accordo con la vastità del complesso connettivale sottostante.
L’esame istologico ha poi rilevato che conteneva numerose tracce di nematodi (rispetto ai quali la bovina è stata pure trattata) e che era sostanzialmente composto da un coacervo di elementi della cicatrizzazione piuttosto vecchi e consolidati. La guarigione è avvenuta per seconda intenzione nel giro di un mese e adesso è ancora in corso nonostante l’animale abbia ripreso ottima forma. Non dimostra inoltre di avvertire nessun fastidio a livello dell’escara piccola e asciutta che pian pianino sta regredendo.

Menzione speciale va va alla pazienza del malghese custode che ha opportunamente medicato la ferita tutti i gironi per parecchie settimane.

Ecco come si presentava ad una prima ispezione
La complessa escissione chirurgica

La vasta breccia da recuperare

Il discoide rimosso in sezione
La ferita in terza giornata
La bovina ad un mese dall’intervento.
23 Settembre 2024 0 Commenti
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Capolinea per i sindaci delle città sopra i 15mila abitanti? La maggioranza provinciale ha ben altro a cui badare.

Da Michele Dallapiccola 12 Agosto 2024

La questione delle deroghe ai mandati dei politici è affare che quasi carsicamente appare e scompare, a seconda del periodo del livello e dei personaggi che la tirano in ballo.

Ma come l’acqua dei corsi friulani è da sempre fatto di cronaca presente e vivo, anche quando meno evidente. Così al riguardo c’è un continuo fiorire di opinioni e pareri che, come cuore di questo mio breve pensiero a seguire, appaiono spesso legati ad un proprio affare personale. 

Intendiamoci, con questo non vuole chiamarsi fuori dal coro uno che, qualora il proprio ex partito fosse rimasto coerente al suo passato, una deroga alla ricandidatura l’avrebbe chiesta. In vero, non è stato necessario crucciarsi più di tanto. La sua dirigenza lo ha venduto alla destra prima che la mia eventuale richiesta dovesse arrivare ad esser presa in considerazione. E fu così che lo lasciammo finire in svendita, a contratto con chi comandava in quel momento. 

Ma torniamo alla cronaca politica odierna dove figure politiche che discutono sul limite dei mandati non ne mancano proprio. In Trentino in questo momento, le opinioni cadono tutte sulla schiena di un solo paio di sindaci. Eppure, al di là dei loro desiderata e del loro destino, ad arrivare tra poco, a disposizione dei vari opinionisti locali, ci sarà la discussione di un limite ancor più interessante per la nostra provincia. Il Presidente della Provincia non può rivestire questo ruolo per più di due mandati di seguito.

Sarà forse per questo che la Lega sembra già quasi mettere le mani avanti. Attraverso una delle sue seconde linee di comando ha comunque espresso con favore che i sindaci sopra i 15mila abitanti possano candidarsi ancora. Quasi a presagire al come si esprimerà a breve quando il Carroccio locale sarà chiamato a dire cosa ne pensa riguardo ad un terzo mandato per Fugatti. Per ora escluso per legge. In Trentino la norma in parola possiede radice autonoma anche se nel parallelismo nazionale, sono alcune le regioni italiane a trovarsi nelle medesime condizioni. Molte tra l’altro tra le fila della Lega che controlla quasi tutti i governatori del Nord. 

Lo scoglio nazionale

Qualcuno sta chiedendo al governo nazionale di intervenire. Ma anche ai meno preparati in materia sembra difficile intravedere condizioni che porteranno un accordo tra Lega e FDI in tal senso. Ecco allora che quell’intendimento concorde che sarebbe necessario per cambiare anche la legge provinciale, sembra proprio mancare anche qui. Dove Fratelli d’Italia già si gusta la possibilità di terminare la legislatura sedendosi sulla sedia più importante della Pat. Forse un po’ noncurante che il compito sarebbe molto arduo. Da quella poltrona dovrebbe coordinare, anche solo per qualche mese, degli assessori leghisti, tutti ben abituati ed essere tenuti in palmo di mano dal loro presidente. Tutti preoccupati dal primeggiare uno sull’altro, tutti protesi ad individuare un proprio presidente. E molto ci porta a pensare che le scelte non ricadrebbero tra le fila dei seguaci della Giorgia nazionale.

Gli attori di contorno

In tutto questo vegetano gli autonomisti. Che con il loro accordo con Fugatti in prospettiva di chiusura molto probabilmente vivono un po’ gli stessi sentimenti cantati da Carmen Consoli in un suo noto brano di qualche anno fa: confusi e felici.

Felici di aver vinto un posto a nomina in giunta. Noncuranti che il prezzo pagato sia stato un simbolo che aveva alle spalle oltre 70 anni di dignità. Tutti bruciati per un posto al Mart, ops, al sole. Con un partito distrutto, diviso in due, colonizzato dai dorotei di ogni specie, vanno anche capiti e in fondo compresi. Ora sembrano un po’ confusi sulla linea da tenere sulla questione deroghe ai mandati. 

Al riguardo delle potenziali ricandidature si sono infatti espressi favorevoli al rispetto delle regole. Secondo loro i due Sindaci di città over 15mila abitanti se ne dovrebbero andare. Forse perchè in quelle città, loro non sono in coalizione al comando? Eppure, ciò che resta del loro partito ha sempre vissuto deroghe, assegnate a chi interessava darle. Tra tutte quella di qualche anno fa ad un senatore che in barba allo statuto trattenne a sé la carica di segretaria di partito. 

Ecco allora che nel solco di quell’antefatto sembra proprio che l’attuale segretario si lasci sfuggire l’occasione di dimostrare anche la propria di attitudine al rispetto delle regole. Pare che si stia preparando al prossimo congresso mantenendo la carica di assessore senza dimettersi (come avrebbe dovuto già fare da un pezzo), come prevede lo statuto, da quella di segretario. 

Allora sì la sua opinione riguardo al destino dei due sindaci di cui sopra avrebbe un minimo di valore. Utile da riutilizzare quando sarà il momento di esprimersi (due anni passano in fretta) riguardo al destino di chi gli ha regalato un posto in giunta Provinciale. Altrimenti sarebbe il solito predicare bene e razzolare male

12 Agosto 2024 0 Commenti
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Assemblea dei Soci di MCA.eu per guardare al futuro del Movimento. Obiettivo: Comunali 2025, Provinciali 2028

Da Michele Dallapiccola 9 Luglio 2024

La pausa estiva non ha impedito ai soci di Casa Autonomia.eu di riunirsi nella loro assemblea ordinaria della scorsa serata. Una cinquantina di persone, alcune delle quali collegate da remoto, hanno voluto confrontarsi all’indomani dell’esito della kermesse elettorale europea. 

L’occasione di riflessione ha permesso al Movimento Giallo di interrogarsi sullo stato dell’arte nella propria agenda politica individuando tra l’altro un progetto di percorso futuro. 

Partendo da riflessioni estremamente concrete, riferite dalla Presidente e Consigliera Provinciale Paola Demagri, gli intervenuti hanno ragionato intorno all’operato politico di questa Giunta provinciale. 

Pur considerando una migliorata sensibilità rispetto alle tematiche da sempre proposte anche dalle forze di minoranza questa Destra locale rimane connotata da una grande incapacità di azione. Il dato più eclatante riguarda proprio l’enorme entità di fondi disponibili in Assestamento di Bilancio in gran parte derivanti da avanzo di amministrazione. Un volume quantomeno triplo rispetto al trend storico che la Provincia ha sempre computato con altri governi al comando.

Superando le prime pragmatiche considerazioni del momento, lo sguardo dei convenuti alla serata ha voluto volgere al futuro prossimo e anteriore del nostro Movimento. Due gli obiettivi individuati: quello della tornata delle elezioni comunali del prossimo anno e quello delle provinciali del 2028.

A tal proposito, l’Assemblea ha voluto accogliere con interesse la disponibilità di collaborazione da parte della compagine politica rappresentata da Trentino in Azione. Si tratta di una lista già partner della coalizione ADA alle scorse provinciali e all’ultima tornata di elezioni europee. Con i suoi rappresentanti si aprirà quindi a breve un primo colloquio esplorativo.

La principale raccomandazione che i soci hanno voluto affidare a chi gestirà i colloqui è stata quella di cercare di mantenere un’alta connotazione identitaria autonomista. 

Forte dunque anche la richiesta di mantenere la distanza da progetti nazionali, condizione considerata quale elemento fondante dell’esistenza di Casa Autonomia.eu. Specie nel momento in cui gli autonomisti storici sono fortemente stritolati tra movimenti civici di destra locale e destra Nazionale pura.

Ad una prossima coalizione di centrosinistra, sia nell’importantissima kermesse per le elezioni comunali di Trento che per le prossime elezioni provinciali 2028, il nostro movimento autonomista avrà ottime possibilità di ottenere grande spazio e grande rilevanza politica. 

Bene dunque che da altre forze politiche arrivi una mano tesa alla quale il movimento proverà a rispondere con entusiasmo e determinazione. 

A rinforzo e a tal proposito è stato presentato un Manifesto Politico che permetterà al direttivo di Casa Autonomia.eu di avere un chiaro canovaccio che rappresenti in forma scritta chi siamo cosa vogliamo ma soprattutto cosa non vogliamo essere. 

Argomenti alti compongono il documento per definire MCA.eu un partito autonomista con uno sguardo largo, aperto che guarda all’europeismo, attento ai temi del progressismo e alla solidarietà. Attraverso le prerogative dell’Autonomia non dobbiamo perdere insomma l’attenzione e il riguardo per le tematiche che salvaguardino la persona e l’ambiente che la circonda.

La discussione si è protratta fino a tarda notte quando in fase finale il Movimento ha deciso di proseguire nel completamento del proprio organigramma territoriale proponendo l’indicazione di nuovi coordinatori territoriali. A Paola Demagri per la Val di Non, Michele Dallapiccola per la Valsugana, Cristiano Moiola per la Vallagarina, Marisa Postal per Trento, Guido Trebo per l’Alto Garda e Ledro si sono aggiunti Sara Turrini per la città di Rovereto, Gianluca Zambelli per la Val di Sole ed Inama Valentino per il neonato Gruppo Giovani. 

Per MCA.eu 

Paola Demagri Presidente

Michele Dallapiccola Segretario

A seguire, il testo integrale del Manifesto

MCA.eu

MANIFESTO POLITICO

CHI SIAMO 

Siamo prima di tutto autonomisti, di ispirazione progressista, riformisti, a favore di un’Unione europea di tipo federale 

COSA VOGLIAMO 

Una comunità trentina che persegua, per tutti i propri cittadini, la felicità, il benessere e la salute, la dimensione critica e l’amore per la cultura, la tolleranza ed il rispetto reciproco (anche religioso), l’affinamento spirituale, la curiosità intellettuale e la conoscenza, le esigenze ed i ritmi propri del contesto alpino della montagna. Chiediamo un sistema di welfare giusto, efficiente ed efficace, in grado di dare risposte alle esigenze della popolazione. In particolare, di fronte ad una popolazione che invecchia. Integrando risorse pubbliche e private con sinergia in progettualità comuni. 

Una comunità che si batta per la pace e l’amicizia fra i popoli, e che a partire dalla consapevolezza storica del proprio passato e dall’affermazione della propria identità plurale e trentino-tirolese– interpreti efficacemente i compiti che un piccolo territorio delle Alpi può svolgere nel processo straordinario di cooperazione ed unificazione europea. 

Una Comunità Autonoma del Trentino forte e sviluppata, che agisca nella logica dell’autogoverno e che realizzi per i cittadini una società giusta, tollerante e democratica, aperta verso il futuro ed orgogliosa delle proprie radici e della propria storia trentino-tirolese. Un’Autonomia che mantenga stretti legami con Bolzano nel quadro di una rinnovata Unione regionale e lavori fattivamente per la creazione di un’inedita Euroregione col Sud e Nordtirol, in una sperimentazione istituzionale di carattere europeo. 

Una comunità trentina coesa tra valli e città, in grado di dar vita ad uno sviluppo economico equilibrato che valorizzi le peculiarità di ciascuno territorio, rispettoso dell’ambiente e delle necessità della transizione ecologica; sviluppo improntato ad una crescita efficace ma che, anche di fronte alle innovazioni tecnologiche e dell’Intelligenza artificiale, metta al centro l’uomo e le sue esigenze etiche. 

Una comunità ordinata e rispettosa, in grado d’intervenire in maniera solidale là dove si determinino ingiustizie economiche e sociali. 

Una comunità libera, che premia il merito e la capacità d’iniziativa. Una comunità critica ed evoluta, aperta al mondo e vicina alle specificità, anche le più piccole e periferiche, del proprio contesto provinciale.

Una Comunità consapevole delle emergenze ambientali proprie della nostra epoca, che agisca in modo attento e rispettoso dell’ambiente, che conosca e valorizzi la “casa comune” costituita dal territorio trentino, che ne apprezzi la bellezza e la fragilità, che metta a punto comportamenti personali corretti sul piano della salvaguardia naturale ed ecologica.  Anche nei confronti degli animali, i quali arricchiscono questa terra – in particolare orsi e lupi – con pratiche e atteggiamenti che siano, allo stesso tempo, responsabili e rispettosi, ma anche sicuri e privi di pericoli, in particolare, per le popolazioni delle zone di montagna più a diretto contatto con tale tipo di fauna. 

Una comunità provinciale, quale quella del nostro Land, che sia attenta e solidale nei confronti di quelle popolazioni, nel mondo, che stanno peggio di noi ed hanno bisogno del nostro aiuto, per ragioni di sottosviluppo economico, storiche, ambientali o perché interessate da guerre e conflitti. Per questo, nei confronti degli immigrati che arrivano in Trentino, sia in grado di applicare politiche lungimiranti di accoglienza diffusa, al tempo stesso efficace sul piano dell’inserimento anche per quanto attiene l’ambito lavorativo e rigorosa dal punto di vista della responsabilità dei soggetti coinvolti e della sicurezza da garantire in maniera imprescindibile ai cittadini del nostro territorio.

Una Comunità, intesa come istituzione, ed un apparato amministrativo pubblico composto da Comuni, Comunità di valle ed enti del territorio, che siano efficienti e trasparenti nel loro funzionamento, non bloccati da logiche burocratiche, al servizio dei cittadini e semplici da raggiungere per gli utenti e per chiunque ne abbia bisogno. 

Una Comunità sappia pretendere politiche di supporto a favore dei giovani e di incremento della natalità, di fronte al calo demografico che interessa le nostre società. 

Una Comunità formata e competente resa competitiva da scuola, formazione professionale ed università, efficace ed inclusiva che metta al centro le esigenze educative e di preparazione delle giovani generazioni. La formazione trentina, anche a partire dalle proprie specificità e competenze autonomistiche, deve far leva sul protagonismo degli studenti e su didattiche di tipo attivo, critico e “generativo”. Tra i piani di studio provinciali, basati sulla cura delle competenze e l’amore per la conoscenza, devono trovare spazio adeguato il plurilinguismo (con la conoscenza del tedesco inteso come “lingua regionale” e, poi, l’inglese) e l’approfondimento della peculiare storia locale, trentino-tirolese, di questa terra di confine. Va riconosciuto in maniera adeguata, da un punto vista sociale ed economico, il ruolo prezioso degli insegnanti e dei diversi operatori di questo settore fondamentale della nostra comunità. 

Una comunità che consideri la cultura come uno dei pilastri fondamentali del proprio sviluppo, promuovendo iniziative che spaziano dalle arti visive alla letteratura, dalla musica al teatro, dall’architettura al cinema. La cultura deve essere accessibile a tutti, attraverso biblioteche, musei, teatri e spazi culturali diffusi su tutto il territorio, con particolare attenzione alle aree periferiche e montane. L’investimento in cultura è visto non solo come un arricchimento personale e collettivo, ma anche come un motore di sviluppo economico e turistico, capace di attirare visitatori e studiosi da tutto il mondo. La valorizzazione del patrimonio culturale locale, in sinergia con le nuove forme di espressione artistica, è essenziale per mantenere viva la tradizione e allo stesso tempo stimolare l’innovazione e la creatività delle nuove generazioni

COSA NON VOGLIAMO 

Una società dove prevalga il populismo le strumentalizzazioni ideologiche, le logiche autoritarie e plebiscitarie, la politica basata sull’odio e risentimento ed intesa come scontro Amico nemico, l’uso perverso dei social network, le fake new.

Un Trentino governato da forze centralista e nazionaliste, intolleranti e xenofobe, attente per lo più a garantirsi un consenso immediato da parte degli elettori, incapace a perseguire politiche ambiziose di sviluppo della nostra autonomia, poco sensibili sul piano delle emergenze ambientali e dalla costruzione di un euroregione a cavallo del Brennero che sia ad esempio per il processo di costruzione dell’unità europea.

Un mondo dove ci sia il trionfo della guerra e delle aggressioni Armate. Un mondo che rischia di arrivare ad una terza guerra mondiale, con l’attacco della Russia di Putin all’Ucraina, il conflitto in Palestina, gli altri teatri di violenza e di prevaricazione su scala globale.

9 Luglio 2024 0 Commenti
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La zootecnia di montagna e la sua eterna rincorsa alle tre sostenibilità: argomento autonomista davvero come pochi. 

Da Michele Dallapiccola 10 Maggio 2024

Tra i tre settori della produzione, è di certo dal primario che l’autonomia dovrebbe iniziare a dire la sua. E in apice alle noie degli agricoli, la zootecnia dimostra estremo bisogno. 

Allora, un movimento autonomista che si rispetti, dovrebbe sobbalzare ogni qualvolta assistesse a sceneggiate politiche come quelle consumate in settimana a Trento in via delle Bettine. L’occasione è stata quella dell’assemblea annuale degli allevatori. C’è stato un tempo in cui anche in questo campo, un partito autonomista c’era. Interveniva, proponeva criticava. 

Oggi invece preferisce starsene silente alleato, tristemente accovacciato (su una morbida poltrona) sotto le ali del duetto politico più anti-autonomista che si sia mai visto in Trentino: l’accordo tra Lega e Fdi.

Ecco allora che a commento della denuncia degli allevatori, pazienti custodi di territorio, all’eterna ricerca di un reddito dignitoso vogliamo intervenire noi di MCA. 

Il confermato aumento del 30% dei costi di produzione chiarisce che il buon bilancio di LatteTn approvato pochi giorni fa, oltre a non riguardare i due terzi degli allevatori trentini, a stento copre gli aumentati costi aziendali. 

Con una serie di atti politici coordinati dalla nostra consigliera Paola Demagri abbiamo provato a stimolare la Giunta ad attivare azioni di marketing per sostenere i consumi attraverso adeguate e dunque accattivanti azioni di marketing. 

Arriva il Tavolo

In ritardo, senz’anima e facendo intendere che si naviga a vista, dopo sei anni di ininterrotto governo, in occasione della suddetta assemblea la giunta ha dichiarato che attiverà un nuovo, ennesimo tavolo. Uno dei numerosissimi proposti come se si trovasse un mobilificio anziché un ufficio decisorio. 

Per saper cosa fare dopo sei anni di governo la Giunta prova a chiederlo ad altri. Eppure, un’azienda di Marketing di sistema, la Provincia – a disposizione – l’avrebbe tutta. Con tanto di professionalità e milioni di euro a non finire. Sarebbero il giusto ristoro dopo anni di eventi tagliati, dal Latte in Festa in poi ai quali invece la provincia risponde con la promessa di un tavolo!

Il rebus malghe

C’è poi un secondo inquietante aspetto che affligge la zootecnia di montagna.

Il nuovo Regolamento che anche in Provincia governa gli incentivi per le malghe è una delle solite soluzioni all’italiana che avuto successo anche a Bruxelles. Miseramente, il governo locale ha adottato tutto, pari pari, anche qui.

Intendiamoci: un tentativo di contrastare le speculazioni del settore andava fatto. Ma una soluzione preconfezionata, senza nulla di autonomo-autonomista dentro, ha finito per catapultare il Trentino in direzione opposta. 

Fin quando non arriverà l’inganno adatto alla legge fatta (e è solo questione di tempo), i gestori arraffa pascoli avranno vita dura. Purtroppo però le complicazioni messe in campo per contrastare queste pratiche hanno finito per buttare l’acqua sporca con dentro il bambino. Ben più di un allevatore locale è rimasto beffato nonostante Provincia ed Europarlamentare locale parlassero di queste modifiche come di un grande successo. 

Il risultato sotto gli occhi di tutti, è raccontato dagli esempi sul territorio. Tantissimi pascoli del Trentino rimarranno senza padrone e ben più di una malga verrà sicuramente abbandonata. Non saranno più dunque soltanto i Grandi Carnivori a tener lontani vacche e contadini dall’alta quota ma anche questo nuovo regolamento di monticazione.

Un macroscopico “errore di calcolo” costruito per contrastare gli speculatori, per impedire la prassi di incetta di malghe che pure andava contrastata, ha fallito e porta la firma della Lega. Da notare che gli strumenti ci sarebbero stati, bastava applicarli. L’esempio virtuoso di modalità di assegnazione coscienziose lo abbiamo visto chiaro e nitido, in valle del Chiese.

Invece adesso grazie a chi ha governato in questi ultimi anni, il cambiamento finirà per danneggiare contadini e Comuni. Le nostre Comunità dovranno fare i conti con un sicuro depauperamento del loro patrimonio montano.

Con una PAC in riduzione, una giunta da sempre disinteressata al settore, l’unica cosa certa a non cambiare sono i suoi guai. E si fa davvero fatica a pensare che il nuovo vento delle imminenti elezioni europee porterà qualcosa di buono. In Trentino governa una filiale di Salvini. Qualche volta sembra quasi che le persone lo dimentichino

10 Maggio 2024 0 Commenti
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“Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”

Da Michele Dallapiccola 13 Marzo 2024

Chiosa il Manzoni, mettendola sulle labbra di don Abbondio al capitolo XXV de I promessi sposi, quasi giustificando il curato, al termine del colloquio con il Cardinale Borromeo.

Che forse è un po’ quello che manca in  nella parte del corpo elettorale insoddisfatto dell’operato di questa giunta. A noi politici impegnati in minoranza sono in tanti a riferire di elementi di insoddisfazione ma quando è il momento di testimonarlo in pubblico fanno fatica a trovare voce e parole per raccontare il proprio disagio.  “Sai, non mi posso esporre…” “Sai non vorrei subire rappresaglie…”

E in questa foto sopra, ecco l’antitesi di un esempio positivo. Riporta le dichiarazioni di un bravo presidente degli allevatori. Capace allevatore a sua volta, svolge con cura e diligenza il proprio compito di Rappresentante denunciando al grande pubblico il profondo stato di disagio nel quale vivono gli allevatori.

Bene ha fatto – come del resto è compito suo operare – a prendere una posizione decisa sul percorso ancora tutto da scrivere che la Giunta provinciale deve intraprendere nel campo della gestione dei grandi carnivori. Perchè la modifica della 9/2018 va presa qual è. Un tentativo di polvere negli occhi attraverso una modifica dell’attuale assetto normativo. Impianto che peraltro non avrebbe avuto bisogno di nessuna modifica.

E’ noto che l’orso M90 è stato recentemente rimosso proprio grazie alla legge vigente ante modifica. L’impressione quindi è che la lega abbia voluto marchiare col proprio nome qualcosa di ereditato dal passato. Rattrista il dover constatare che lo fa compiendo un passo indietro nella nostra Autonomia. E’ forte il sospetto che ad aver chiesto una modifica di legge, introducendo un numero massimo ammissibile di orsi rimovibili (dove prima non c’era nulla), possa esser stato qualche riferimento romano del governo provinciale.

A preoccupare ulteriormente, il fatto che la Giunta adesso parla solo di orso e non di lupo. Contadini, allevatori e proprietari di animali sono lasciati a se stessi, in balia degli eventi e della fame dell’astuto carnivoro.

Invece noi di MCA.eu in fase di revisione della norma, abbiamo provato a stimolare la giunta attraverso la mozione riportata anche qui a seguire.

Più impegno nella Gestione del LUPODownload

La risposta dell’assessore competente è stata un vero e proprio smacco per gli allevatori.

“Stiamo operando già al meglio, la mozione è da respingere!”

Con questa risposta da parte sua, tutti i consiglieri di maggioranza – come è loro diligente compito – al momento della votazione hanno pigiato il tasto del no. Evidentemente si sentono tutti d’accordo sul fatto che si fa già abbastanza. 

Sono i consiglieri di maggioranza del Primiero (lista Spinelli) delle Giudicarie (Patt, La Civica, Lega) Fassani, della lega valsuganotta e della Val d’Adige. Solo i Fratellisti hanno provato a dire qualcosa di diverso, ma attraverso una proposta probabilmente tutta impraticabile dal punto di vista normativo. E comunque, nessuno di tutti quelli qui sopra nominati ha avvertito la necessità di elevare appunto alcuno alla sicumera dimostrata dalla giunta provinciale. 

Eppure non credo che l’input ricevuto dagli allevatori delle loro valli, li induca a pensare che le cose stiano andando bene. In campagna elettorale ciascuno di loro si era proposto di portare la voce dei propri territori in seno al Consiglio Provinciale Nessuno aveva escluso il problema del lupo dai propri compiti di denuncia. Ma come si diceva in apertura, il coraggio uno se non ce l’ha mica se lo può dare. E stare in maggioranza senza creare troppe frizioni col proprio assessore, è per tutta evidenza molto più comodo del contrario.

Un ultimo appunto lo rivolgiamo al mondo degli allevatori. Se la loro voce fosse arrivata forte in fase di discussione di quel consiglio anziche ieri, non dico a sostegno della nostra mozione ma quantomeno a  generare rumore intorno al problema, forse –  dico forse – l’assessore si sarebbe fatto qualche scrupolo in più a bocciare la nostra mozione.  

13 Marzo 2024 0 Commenti
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La “Balena Bianca” che visse in Trentino. Una breve cronistoria raccontata da una metafora tutta “Fauna ittica & attori locali”

Da Michele Dallapiccola 26 Febbraio 2024

Si dice che per immaginare il futuro sia opportuno conoscere il passato. Quello della politica tuttavia, è così fluido che forse per ricavarne insegnamento, è meglio scavare poco. Il limite del secondo dopoguerra probabilmente è più che adeguato. 

Onorevoli e stimatissime persone amministrarono la società italiana e trentina negli anni del boom economico. Furono gli anni della Democrazia Cristiana nel tempo in cui la chiamavano “Balena Bianca”. Anni in cui lo Statuto della nostra Autonomia arrivava a compimento. Momenti dove le persone che dedicavano vita ed impegno alla comunità erano dotate di spessore politico e culturale oggi ormai dimenticato. Attorno a questo “spirito degasperiano” che regalò al Trentino tantissime occasioni di sviluppo, si accasavano, un po ‘come è sempre stato, gruppi di persone afflitte da una visione distorta della politica. Al motto che a stare nelle stanze dei bottoni non si diventa ricchi ma ci si sistema. 

Così, di questa balena bianca, costoro divennero diligenti pesci remora.

Dentro a questo umile, microscopico excursus politico dal dopoguerra ad oggi, si arriva molto velocemente ai tempi di Tangentopoli. La politica frana e ne vengono coinvolti i suoi rappresentanti di ogni livello e latitudine: il potere si disgrega. Ne raccoglie i cocci, con tutta l’incapacità di gestirlo del caso, uno sparuto manipolo di autonomisti che a “spizzichi e bocconi” prova tenere duro. Si fabbricano Giunte che a più riprese cadono sotto i colpi di una legge che non favorisce certo il lavoro di squadra. E’ il quinquennio in cui i pesci remora fanno la fame. Non capiscono dove attaccarsi, vivono alla confusa ricerca del cetaceo al quale far aderire le loro ventose. 

Finalmente però, quegli stessi democristiani, storditi dai colpi del Di Pietro nazionale e suoi colleghi, riescono a riorganizzarsi. Cambiano pelle, la balena non è più bianca ma torna a navigare! 

E’ il ‘98 e in quell’acqua nuoterà per vent’anni filati con l’ultimo loro lustro col ruolo di nostromo guidato da un autonomista. Per i pesci remora è festa: è tutto chiaro, è tutto facile. Per il dove attaccarsi per farsi trascinare c’è solo l’imbarazzo della scelta. 

Nel 2013, PATT PD UPT poggiano su tre gambe uguali. Contro destra e cinque stelle, mazziati all’angolo il loro risultato elettorale rasenta il 60%, remore comprese. La collaborazione paritetica termina così. 

Nel 2018 arriva un nuovo cattivo vento nazionale. Non di tangenti quanto piuttosto di protesta. Al vento che soffia da destra, la litigiosità e i personalismi locali finiscono per provocare il resto. Così al termine di quello sconquasso, al potere, in autunno, finisce gente che ci stava provando da una vita, insieme a chi invece, a governare comincia da lì, senza neanche sapere perché. 

Ma i più incredibili sono i pesci remora. Stanno ancora tutti lì ad aspettare. Vivi, nel momento di disorientamento più complicato della loro storia. Alcuni tra i più furbi si attaccano lo stesso, già nel 2018. Non sarà bianca, non sarà balena ma è pur sempre pesce che nuota . Scuotono la coda e richiamano i loro amici rimasti in battigia a boccheggiare. 

Così nel 2023 non c’è storia. Il pesce è cresciuto, ora è blu a fiammate tricolori e nuota benissimo. I pesci remora stanno bene. Che nuoti a destra che nuoti a sinistra non fa nulla. basta che porti da mangiare e in campagna elettorale se ne vedono di tutti i colori. Ne cito almeno uno. C’è una tizia, (tra l’alto poi eletta) che nei suoi spot sui media si presenta col simbolo del precedente partito. Prima stava dall’altra parte dell’arco costituzionale ora è lì senza nemmeno il pudore di nascondere il suo essere girasole.

Che colore avrà la balena nel 2028 non è dato sapere. Una legge elettorale in forse e ambizioni di carriera personali impediscono di fare previsioni. Se non che ancora una volta sarà il vento nazionale a guidare le scelte. 

Di una cosa però siamo sicuri. Da qualsiasi parte nuoterà il potere, le remore saranno lì, pronte al centro ad aspettarlo. Diranno che è nell’interesse della comunità, che la politica si fa così, che risponde alle domande delle persone. Non servono programmi o visioni, bastano poche competenze, scarsa professionalità. 

E là in mezzo, nell’ombra ci sarà sempre chi dice: “Voi chiedete, noi staremo vicini a chi ha il portafoglio così salterà fuori qualcosa anche per voi, intanto votateci. Siamo o non siamo le vostre remore?”

Michele Dallapiccola 

Segretario politico MCA.eu

26 Febbraio 2024 0 Commenti
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