Un nuovo “rapporto orso”! Certo, e mica uno qualsiasi. ISPRA e MUSE hanno collaborato alla redazione di un rapporto che la PAT utilizzerà per la formazione delle proprie Linee Guida.
Prologo
A quasi 3 anni di distanza dalla norma che ha impostato una gestione responsabile dei soggetti pericolosi, a SALVAGUARDIA SEVERA della specie ORSO, la Giunta passerà finalmente dalle parole ai fatti?
Una serie di esperimenti di gestione, hanno messo alla berlina la macchina amministrativa provinciale e la credibilità delle istituzioni stressando – purtroppo all’inverosimile – tre animali. Responsabili di comportamenti particolarmente anomali, i due nuovi orsi “tradotti” al Casteller hanno finito per comprimere lo spazio già angusto, al quale si era ormai adattata l’ospite “storica” del ricovero. Scatenando cupe preoccupazioni, specie per le persone particolarmente sensibili alla questione.
Per evitare che mi vengano attribuite ipocrisia o interpretazioni non rispondenti al senso di ciò che sto per presentare, chiarisco subito alcune mie ferme posizioni di pensiero. Ho speso una vita, prima ad allevare, poi a salvare e soprattutto a “far nascere” animali. Per vent’anni, l’ostetricia e la ginecologia bovina sono state la mia principale occupazione. Per questo mi costa tantissimo affermare quello che sto dicendo. Rimango convinto che per un’animale selvatico nato e vissuto libero come il vento, sia meglio terminare la vita nel pieno della sua dignità senza sofferenza piuttosto che finire nelle condizioni in cui lo sta costringendo ora la politica provinciale.
Ad ogni animale, l’uomo però, deve garantire il massimo benessere possibile in ogni forma e con ogni sua forza. E questa, la considero una regola etica universale. Ma se per le persone che si comportano male è prevista la reclusione, almeno per alcuni tipi di animali selvatici questo stato di cose non esiste.
Il rapporto di ISPRA e MUSE
Qui di seguito ne riporto dei brani che considero sostanziali:
“...non possono escludere l’insorgenza…di orsi pericolosi o potenzialmente pericolosi…con un range di 0-15 animali…non si escludono anche nuovi casi di attacchi che potranno risultare nel ferimento o, sebbene con una probabilità minima, nella morte della persona coinvolta…Per i motivi sopra descritti, si ritiene che l’abbattimento potrà, nei casi in cui le azioni di prevenzione e dissuasione risultassero inefficaci, diventare un’opzione necessaria e inevitabile…”
Cosa è successo dalle elezioni del 2018 ad oggi?
Avete letto? Per questo, come dicevamo, il percorso fatto fin qui dalla giunta provinciale rappresenta 3 anni buttati al vento. Durante i quali hanno fatto patire enormi sofferenze alle produzioni zootecniche ed un grave danno di immagine a tutta la nostra Provincia. Non ultime, hanno risvegliato, acutissime, le reazioni da parte di tutto il mondo animalista-ambientalista.
Il minimo comun denominatore delle cause che hanno portato a questo effetto, a ben vedere, trova ragion d’essere nell’approccio tipicamente partitico-ideologico con il quale chi governa ora, ha affrontato la materia. Ve lo ricordate il passato degli attuali amministratori? E’ sufficiente farsi un giro sul web per rivangare come dipingevano ed affrontavano la questione.
Poi, è arrivato l’insediamento amministrativo e dai loro social sono sparite le foto di animali sbranati. Per provare a gettare tutto nel più tombale silenzio?
E se sul problema lupo, si sono distinti per un completo nulla di fatto, sull’orso hanno provato a differenziarsi dal passato sperimentando modalità di gestione degli esemplari problematici a dir poco ridicole.
E a che prezzo? Pare si sia speso ben più di un milione di €, in un periodo di crisi dove quella montagna di soldi avrebbe fatto davvero comodo altrove. Se solo si fosse voluto. Le lezioni non sembrano sortire effetto alcuno. L’attualità ci consegna costanti nuovi episodi di inefficienza ed impreparazione. A tal proposito e non a caso, cito le scorribande invernali di un orso non letargico. Nonostante i nostri stimoli politici, ai quali sono seguite rassicuranti risposte, ancora non si percepisce la benché minima reazione da parte dell’esecutivo. Nemmeno quando idee per possibili soluzioni le forniamo noi. Ad esempio come quella dell‘atto politico che si trova APRENDO QUI.
E adesso? Cosa possiamo aspettarci?
Ora almeno, leggiamo con piacere che finalmente si è deciso di implementare le azioni comunicazione e gli interventi per la prevenzione. Non lo stiamo forse domandando da tre anni? E non ci è sempre stato risposto che quello che si fa è più che sufficiente?
Chiedetelo ai pastori e ai malghesi del Lagorai che cosa ne pensano! E ciò che vedete nelle foto sotto è niente rispetto a quello che abbiamo vissuto questa estate passata.
Ed è proprio per loro che si aggiunge un’ulteriore preoccupazione. Nel rapporto si parla solo di orsi, come se i lupi non fossero un problema. E ora come si intende procedere? Attendiamo (ma ci sia concesso di dire, con poca speranza) che la Giunta a trazione leghista ci sorprenda con l‘adozione definitiva di linee guida per la gestione di tutti i Grandi Carnivori. Orsi e lupi insieme, per intenderci. Per cercare di recuperare il tempo perduto.
Già a partire dall’insediamento di legislatura tutto il percorso legislativo era avviato ed organizzato. Era culminato con l’adozione della legge 9 del 2018. Se solo avessero voluto collaborare. Invece? Lo abbiamo già detto, tre anni al vento tra il grande disagio degli gli allevatori e quello della macchina amministrativa pubblica, coinvolta in una gestione quantomeno “amena” del problema.
Con due di questi anni trascorsi da quando la nostra legge è stata giudicata costituzionale. Capite che questo periodo, si sarebbe potuto utilizzare per costruire le linee guida che solo oggi, si cominciano a definire? Nonostante i numerosi disagi intercorsi, saremmo potuti diventare un modello di gestione tecnico-scientifica ammirabile in tutta Europa. Perché stiamo sì, mettendo in campo tecniche e strategie che possano salvaguardare cittadini e allevatori ma stiamo anche salvaguardando il lupo e salvando dall’estinzione la specie orso bruno alpino.
Per far questo, si deve studiare, dedicarsi. Non sono disponibili palchi e riflettori, le occasioni di selfie son poche e le convocazioni davanti alla giustizia, sempre in agguato. Meglio pensarci bene. Pensare. E pensare ancora.