CRISI TURISMO. NON E’ SEMPRE E SOLO COLPA DI ROMA

Da Michele Dallapiccola

Anche il Trentino, Autonomo, può dir la sua. Specie nei momenti di emergenza. Nel 2017 ad esempio, una gelata straordinaria gettò nella disperazione il comparto melicolo trenino e insieme a questo, i suoi lavoratori agricoli. 

La Giunta di allora, stanziò ingenti risorse straordinarie per il valore di alcuni milioni di euro. A QUESTO LINK LA RELAZIONE DI CHE COSA AVVENNE E COME AFFRONTAMMO IL CASO, ALLORA.

Oggi la situazione si ripresenta. I lavoratori stagionali e le imprese di contesto e contorno all’accoglienza turistica son in ginocchio. E la dimensione del fenomeno presenta purtroppo dimensioni ancora più devastanti. 

Della questione se ne starà sicuramente occupando la giunta provinciale. Il problema è che fino ad ora misure concrete non se ne sono viste e le comunicazioni fino a qui pervenute, si sono limitate a trasformarsi in un elenco di colpe del governo Romano.

Eppure gli indennizzi al settore produrrebbero riflessi a valere anche sul futuro. E’ così difficile per un bravo albergatore individuare altrettanto bravi. collaboratori. Vanno premiati aiutati e deve fare tutto il possibile per tenerli legati al luogo, all’azienda che li ha formati. Siano essi italiani che stranieri

Cosa si sta facendo in Provincia

È una battaglia che i sindacati hanno combattuto, fin qui inascoltati, già da subito. E’ una battaglia che non può e non deve avere colore politico. E’ una battaglia per la tutela delle persone che lavorano e vivono in Trentino; un fatto sociale, una certezza che la politica deve garantire. 

Tornando al parallelo del 2017 in agricoltura, i rapporti di allora vennero gestiti coinvolgendo le imprese private e l’Ente Bilaterale di settore. Anche oggi, per il comparto turistico, la partita potrebbe venir giocata come allora.

Si potrebbe pensare insomma a uno strumento che rinforzi la nostra autonomia creando di fatto quelle sinergie pubblico-privato che sono le più utili in questi casi.

Per questo, la Provincia potrebbe ripagare l’impegno degli operatori – per il loro impegno nel raccoglierla – a destinare quota parte dell’entrata della tassa di soggiorno quale contributo simbolico da mantenere anche in fase post Covid. Tanto per citare un paio di proposte quali spunti di riflessione strategica.

Son questi i motivi che ci hanno portato ad interrogare la giunta per sapere quali siano i provvedimenti a tal proposito in fieri, con particolare riferimento a quelli relativi alla protezione salariale dei lavoratori stagionali del turismo.