AGRICOLTURA BIOLOGICA IN TRENTINO PARTE II

Da Michele Dallapiccola

Nella prima parte di questo articolo, qualche giorno fa, avevamo evidenziato le prime impressioni rispetto alla norma proposta dalla lega. lo avevamo pubblicato non appena era visibile la delibera recate l’allegato la nuova legge sul biologico.

A questo LINK POTETE LEGGERE l’articolo completo.

Le prime impressioni non potevano che portare ai tre biodistretti attualmente esistenti in Trentino. Ero proprio curioso di sapere come avrebbero preso in considerazione la proposta normativa in essere. 

La conferenza stampa dei Biodistretti

Questa settimana lo hanno esternato spontaneamente in una conferenza stampa. Cosa è stato detto potete leggerlo aprendo questo link dove trovate l’articolo pubblicato al riguardo da Il Dolomiti.

Come volevasi dimostrare, è andata bene, ma non benissimo. E non sorprende. E’ abitudine della giunta leghista spingere a spron battuto sulle istanze di chi incappi nel loro percorso e attesti loro lealtà politica. So che un’affermazione molto grave questa che denuncio. Me ne assumo la piena responsabilità di Consigliere Provinciale. Il confrontarsi non sembra la loro principale attitudine. Specie con quelle parti sociali che vogliano, per ruolo ed indirizzo mantenere la completa neutralità politica. In verità i biodistretti a modo loro, non sono neutrali, anzi fanno politica. La politica del territorio, dell’ambiente, non certo dei partiti. Diffondono cultura, consapevolezza, esperienze di vita e di lavoro. Questo, da loro, ho imparato ad apprezzare nel mio mandato di assessore. Per questo sono convinto che loro richieste vanno tenute in profonda considerazione.

Il giudizio degli addetti ai lavori

Alla nuova legge chiedevano pathos. Ma quale può essere in un testo che si configura prevalentemente come un adeguamento alla normativa europea? Chiedono un tavolo. Lo avranno sicuramente: la lega non lo nega a nessuno. E’ un modo per deresponsabilizzarsi, per non decidere, per affrontare decisioni politiche frutto di indirizzi terzi rispetto al ruolo che dovrebbe essere decisorio. Ci sarà risposta al bisogno di dialogo? Certo, in Commissione saranno tutti auditi in commissione. Ma poi?

Preoccupa il finanziamento dei Premi della CE

Il problema grave è che Bruxelles parla di grandi indirizzi Green da attribuire ai propri canali di finanziamento. Poi però la programmazione rimane in mano agli Stati e alle Regioni. Così si finirà per rattoppare i buchi provocati dal Covid. A preoccupare inoltre sono i Pagamenti Diretti. Pare che le proposte per la prossima programmazione vedano una premialità sul biologico che potrebbe ridursi a meno di un terzo

Così fosse, la situazione verrebbe ad assumere toni davvero drammatici per i nostri poveri agricoltori bio, costretti dal microclima locale e dalla situazione orografica a costi di produzione importanti. Senza più adeguati premi di compensazione.

Intanto la nuova legge, ad oggi, nelle disposizione finanziarie prevede di stanziare nuovi fondi per un ridicolo valore di 50 mila euro all’anno pretendendo le classiche nozze coi fichi secchi.

Oltre al tavolo, insieme al confronto, sarà bene che all’agricoltura biologica si riservi un pò più di attenzione. Sarebbe sufficiente – faccio per dire – anche la metà di quella che si è riservata ai carri raccolta mele.